Se le attese portassero poi a cure sempre sicure, tutto andrebbe bene e si potrebbe chiudere un occhio. Ma negli ospedali sardi, e il Policlinico di Monserrato non fa eccezione, c’è addirittura chi rinuncia, stremato, dopo avere atteso dodici ore con un codice giallo assegnato, per problemi cardiologici, dagli stessi medici del triage. È solo uno degli ultimi casi di caos nella sanità, raccontato alla nostra redazione da una donna di Pirri, che ieri ha portato la madre, una 65enne con problemi di cuore, al pronto soccorso monserratino. E le cause di attese infinite e pazienti stremati e imbufaliti vanno ricercate tra i reparti dell’Aou. “I perchè delle lunghe attese nel pronto soccorso? Gli infermieri sono stanchi e demotivati, fanno turni massacranti e doppie notti e, per sopperire alle carenze del personale sono frequenti i cambi turno”, dice Diego Murracino, dirigente del Nursing Up, il sindacato degli infermieri. Che denuncia un fatto abbastanza grave. I cambi dei turni sarebbero a suo parere decisi “con prepotenza dall’azienda. Impossibile, così, per chi lavora, avere una vita serena. E la direzione dell’Aou, a differenza degli altri ospedali dove è la direzione delle professioni sanitarie che valuta il currriculum e l’esperienza professionale dei nuovi assunti”, li sceglie “la direzione sanitaria. C’è un ‘medicocentrismo’, un’intromissione che toglie lo spazio naturale e che non ha nessuna logica. Non si capisce perchè un medico debba entrare, con prepotenza, su queste vicende”, aggiunge Murracino.
“Un’altra anomalia sono i premi Covid per il 2021. Nel resto d’Italia il personale sanitario li ha già ricevuti, a Monserrato l’ha avuto solo una piccolissima parte dei lavoratori, agli altri dicono che non hanno i soldi. Un ospedale, per funzionare bene, deve avere come prima risorsa il personale. C’è anche la mancata sostituzione degli Oss, con conseguenze che ricadono sui pazienti”. Su quelli che riescono ad ottenere un inserimento in questo o quel reparto, ovviamente. E, senza operatori socio sanitari, “tutto ricade sugli infermieri”.