Assemini, il ceramista Gianni Deidda chiude i battenti

Continuerà a sfornare ceramiche ma senza obblighi e pressioni che possono derivare da una attività commerciale.


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Assemini è conosciuta in tutto il mondo oltre che per le panade più buone anche per l’arte della ceramica: da sempre generazioni di artisti hanno ricreato dall’argilla arredi e cimeli ben lavorati e rifiniti, vere sculture che parlano attraverso i particolari dei ricami apportati.

Conosce bene questo argomento Diego Corrias, asseminese doc, ora capogruppo di opposizione ma nel 2015 assessore della prima amministrazione Puddu, quella dei 5 stelle, il quale si è impegnato e prodigato per promuovere e rafforzare la cultura della ceramica in città e a divulgarla nel resto della nazione. “Sul maestro Giovanni Deidda sono di parte. Lo ammetto e mi scuso in anticipo.

E non perché abbia nella mia testa una classifica di abilità dei nostri ceramisti o di stima nei loro confronti.

Assemini, anche se con un preoccupante problema di ricambio generazionale su cui è necessario agire, ha tanti grandi ceramisti in attività. Il livello della loro arte e la qualità delle loro creazioni è abbondantemente attestata dal riconoscimento che hanno in Italia e nel mondo. E la diversità e originalità delle opere renderebbe stupido un qualsiasi confronto tra loro” spiega Corrias.

“Sono di parte perché lo considero un amico.

Perché nei 7 anni in cui mi sono occupato di ceramica per la città di Assemini, con Gianni Deidda ho fatto le più grandi chiacchierate, le più grandi litigate, ne ricordo una epica su zoom in periodo di pandemia, le più grandi risate.

Attraverso i suoi racconti ho conosciuto pezzi di storia di Assemini, perché Gianni ha una preziosa conoscenza storica di Assemini e della ceramica e ha un modo di raccontare che rapisce. Basta chiederglielo e ti racconterà Assemini. Ad esempio  di quando gli strexiaus estraevano l’argilla nei cortili di casa, le brocche si cuocevano nei forni a legna e fare su strexiau non era come fare il ceramista”.

Insomma, è una colonna portante, l’artista settantenne, della città dell’hinterland cagliaritano, impossibile non riconoscergli questo onore: la serranda del suo laboratorio rimarrà abbassata ma solo figurativamente, gli amanti del bello, della raffinatezza e della cultura locare possono stare tranquilli perché le rose di Deidda sbocceranno ancora.


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