Assemini, a un anno da approvazione del PUC solo vincoli e imposte

Puc, dopo oltre un anno dall’approvazione solo vincoli e imposte


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Di Massimo Carboni,  Comitato Civico “ViviAssemini”

Da oltre un anno, Assemini ha il suo Piano urbanistico. Per ora non ha prodotto alcun vantaggio, ma solo vincoli e l’aumento delle imposte. Chi governa, ad ogni livello, ha il compito di produrre utilità. Gli spot, come i personalismi, possono incitare gli integralismi trasversali, ma non producono benessere diffuso. La povertà cresce, maggioranza e minoranza devono lavorare per colmare le lacune e correggere gli errori.

L’urbanistica deve interessarsi dell’uso e dello sviluppo del territorio; delle sue implicazioni sociali ed economiche nonché della vita di tutti i giorni dei cittadini. In quanto tale, non può prescindere dalla programmazione e dalla pianificazione. Essa deve essere espressione di scelte politiche: vincoli posti all’uso dei suoli; interventi di incentivazione; di investimento anche per la fornitura di beni e servizi; informazione e condivisione. Ad Assemini manca l’elemento fondamentale: il Puc come opportunità per favorire la crescita armonica e lo sviluppo. La sua approvazione è stata caratterizzata da un forte ritardo ed è frutto di prevalenti scelte regionali. Finora, non ha prodotto alcun miglioramento nella vita dei cittadini e nelle imprese, anzi ha determinato un aumento dei vincoli e dei costi. La corsa sfrenata a fregiarsi della sua definitiva adozione ha prodotto un prevedibile cortocircuito, consolidando lo stato di catalessi che vive la città da troppo tempo. Il piano si è sviluppato senza domandarsi “che città vogliamo”, senza analizzare compiutamente gli errori del passato e senza individuare preventivamente le direttrici su cui orientare la crescita e lo sviluppo.

Maggioranza e minoranza hanno il dovere di interrogarsi sullo stato di attuazione del Puc, per porvi rimedio affinché il Piano urbanistico possa assolvere pienamente alla sua funzione. La crisi in atto va gestita, non subita attribuendo ogni colpa sempre e solo “agli altri”.  Allo stesso modo, gli errori si correggono perché in gioco vi è il futuro di Assemini, non quello dei politici.   

 

 

 

  


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