Il turismo è un motore importante per la Sardegna, ma negli ultimi giorni le polemiche sugli arrivi dalle zone rosse per le seconde case anche in zona bianca (e la Sardegna è l’unica regione italiana con questo colore) impazzano. E sul tema interviene anche l’assessore regionale del Turismo, Gianni Chessa, a poche ore dal nuovo annuncio del presidente Christian Solinas, che chiede “per i turisti un secondo tampone dopo 5 giorni”. Chessa è netto: “Solinas sta cercando di garantire la salute dei sardi. Al di là delle polemiche, la Sardegna è bianca grazie ai sacrifici e alle scelte dei sardi e di Solinas. Insistiamo e diciamo in modo fermo che non solo uno deve farsi un test o vaccinarsi per motivi di salute, ma anche prima di venire qui da noi, alla partenza. C’è una grande contraddizione, chi è in zona rossa non si può spostare in altre regioni ma può viaggiare, come se non fosse successo nulla, come se non ci fosse una pandemia dichiarata a livello mondiale. Assurdo che la lezione di vita che ci ha dato il Covid non sia stata capita, sono sbalordito”, afferma Chessa: “La politica fa le regole nel rispetto delle leggi nazionali, non i controlli. Serve buon senso, altrimenti gli sforzi e i sacrifici sono inutili”.
Chessa è “preoccupato che arrivi gente che possa infettarci, ben vengano i turisti ma a quali condizioni? Se lo scotto da pagare è che dobbiamo rinchiuderci nuovamente tutti allora dobbiamo agire in modo diverso. Ho chiesto al ministro Garavaglia di fare una legge unica sulle condizioni da rispettare per arrivare nelle regioni, è scontato che oggi chi viaggia deve farlo con certificato o col vaccino già fatto”. E sulle tante persone sbarcate a Olbia che hanno rifiutato i controlli e, in alcuni casi, sono risultate positive? “Non mi esprimo, è assurdo, direi cose contro le leggi. È una gravissima irresponsabilità mettersi in viaggio e mettere a rischio l’incolumità del prossimo, è inaccettabile”, tuona l’assessore. “Non vorrei che Solinas prendesse posizioni più estreme per il bene dei sardi, mi dispiacerebbe”.