Arte, ambiente e cultura si intrecciano tra le sculture di Viviana Fernandez a Cagliari

Viviana Fernandez, artista argentina, sbarca nel capoluogo sardo per offrire la sua visione del riciclaggio del cartone da imballaggio: forme perfette, modellate con le mani e poi dipinte per ridare vita a uno scarto, poiché tutto può essere riutilizzato e diventare bello.


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Si chiama “Tempo di Carta” la mostra della scultrice argentina, a cura di Caterina Ghisu, docente di storia dell’arte e critico d’arte, che verrà inaugurata domani alle ore 18:30 allo Spazio (In)Visibile in via Barcellona.
“La serie di opere nasce dall’esigenza di coniugare il riciclo del cartone da imballaggio con la ricerca maturata nel corso di un’attività pluridecennale nel campo delle arti plastiche. Questo equilibrio tra etica e estetica – spiega Ghisu – trova il suo compimento nella serie di piccole sculture, alcune montate su piedistalli, altre senza basamento, altre ancora sospese, attraverso le quali Viviana indaga sulle potenzialità di un materiale umile e deperibile come il cartone riciclato e una profonda padronanza tecnica della dimensione plastica della materia, che declina in forme organiche ispirate sia al mondo naturale – le rocce modellate dagli agenti atmosferici – sia alla lezione dei maestri del XX secolo come Henry Moore, Jacques Lipchitz o il suo connazionale Lucio Fontana. L’esito porta a uno spaesamento della materia, cui conferisce un peso e una consistenza spaziale che si capovolgono al tatto: quel che sembra pesante diventa leggero, ciò che è liscio ruvido, che è solido tenero, con un effetto opposto alla prima impressione retinica. Fernandez ci conduce in un mondo ancestrale, in cui convivono felicemente tecnica e sentimento, per citare Henri Focillon, tecnica perché l’opera d’arte diviene protagonista del divenire e costruirsi delle sue proprie forme; sentimento per le forme derivate da personali sfere affettive. Le sue sculture non rinviano direttamente ad oggetti precisi, ma, come scrive Focillon, esprimono loro stesse, divengono metafore dell’universo, sono l’innesco di un processo conoscitivo dove le relazioni formali fra le opere costituiscono la ricerca di un ordine”.


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