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Sulla falsariga della prima Ziu Lilliccu, dopo più di 30 anni, i Banda Beni tornano con Succubeeh, un brano che racconta della rassegnazione delle pecore… appunto “succubi”. E il passo dalle pecore ai sardi non è lontano: sempre un po’ succubi di governi centrali, europei, ecc. L’ultima strofa: … a tui chi mi cumandas, che temi che mi perda, attento di non fare sa fini de sa m… è una presa di coscienza del proprio stato ma allo stesso tempo una sorta di augurio nei confronti degli “oppressori” di turno. Firmato da Ziu Lilliccu (Mario Biggio), il brano è ancora una volta edito da La Strega Records di Marcello Mazzella e, per la prima volta, viene distribuito on-line! Lo si può ascoltare sul canale YouTube e sulla pagina Facebook della band e, in queste ore, sarà disponibile nelle principali piattaforme e store in rete.
Il sound è quello fresco, tipico dei Banda Beni che hanno anche curato gli arrangiamenti sotto la supervisione del prof. Felicetto Lecca (Filippo Vespa). Ha dato il suo contributo Sergio Lasi dei Siki.
La registrazione e il mixaggio sono stati curati da Giuseppe Aledda presso “La cisterna”. La copertina è stata ideata e realizzata da Alessio Pusceddu.