Arrestato il piromane di Sant’Antioco: provocò il rogo che distrusse 70 ettari di terreni


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Arrestato il piromane di Sant’Antioco. Quello che, il  22 luglio 2016, appiccò il rogo che distrusse 70 ettari di boschi e macchia mediterranea.  A stringere le manette ai polsi di V.P. 59 anni, del posto, già noto alle forze dell’ordine, sono stati oggi  carabinieri della stazione di Sant’Antioco, a seguito  dell’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Cagliari.

L’uomo, identificato a seguito di complesse e accurate attività di indagine, è accusato di aver appiccato il rogo che si sviluppò in un’ampia zona rurale in località Stagni e Cirdu. Quel terribile 22 luglio i carabinieri, vigili del fuoco e tutta la macchina antincendio regionale, si trovarono di fronte ad un muro di fiamme alto cento metri, con diversi focolai che, alimentati dalle temperature torride, oltre al vento e alla vegetazione incolta, si propagarano per alcuni ettari di macchia mediterranea e area boschiva, minacciando alcune abitazioni della zona. L’area era stata subito presidiata dai mezzi di soccorso dei vigili del fuoco, forestale, protezione civile e dai militari che si attivarono subito per cercare il piromane: era  apparsa evidente la matrice dolosa dell’incendio.  La potenza devastante dell’incendio, con il rapidissimo sviluppo del fuoco e la notevole estensione della superficie boschiva e macchia mediterranea, l’interessamento di terreni agricoli e di diversi edifici destinati a civile abitazione e ricovero animali, hrese necessario l’utilizzo di diversi mezzi aerei, due elicotteri e un canadair, con la durata di alcune ore di operazioni di completo spegnimento dei focolai che, portò a un gravissimo danno ambientale.

Grazie all’opera costante dei militari della stazione, che hanno subito cominciato ad indagare sul mondo agropastorale dell’isola di Sant’Antioco attraverso testimonianze, servizi di osservazione, pedinamento e attività investigative complesse, che è stato scoperto e arrestato il piromane.Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Cagliari hanno consentito di acquisire elementi decisivi per l’identificazione dell’uomo. Così è scattata la misura coercitiva degli arresti domiciliari, le cui prescrizioni inibendo del tutto gli spostamenti sul territorio, è finalizzata a scongiurare l’ulteriore commissione di analoghi reati contro l’incolumità pubblica e l’ambiente.