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In questi giorni i migranti del centro di prima accoglienza di Chilivani e quelli del progetto
Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di Porto Torres stanno
visitando i siti archeologici della Rete Thàmus di Sassari. Si tratta di due programmi
diversi, che partono però dallo stesso obiettivo: conoscere le radici della cultura in cui si
vive e si è inseriti. In piccoli gruppi sono già stati a monte d’Accoddi e nel centro storico.
Grazie a una guida in italiano semplificato hanno potuto anche praticare la lingua.
Il Comune di Sassari, Settore Cultura, ha accettato le due proposte e ha programmato le
visite fino al 20 settembre, ogni mercoledì. Il progetto di The Others, la cooperativa che
gestisce il centro di accoglienza di Chilivani, si concluderà con la creazione ed esposizione
itinerante di modellini di monumenti sardi. «I partecipanti hanno iniziato le attività visitando
alcuni nuraghi nel territorio della provincia e successivamente hanno deciso di
approfondire la conoscenza di Sassari – spiegano gli organizzatori -. I giovani hanno avuto
occasione di conoscere la città e le sue ricchezze culturali, confrontarsi con i suoi abitanti
e i monumenti che poi verranno riprodotti con materiale di riciclo».
Dodici beneficiari del progetto Sprar di Porto Torres sono stati a monte d’Accodi a fine
agosto: «Pensiamo che la conoscenza del territorio nel quale si vive sia fondamentale –
hanno spiegato i responsabili del Gus-Gruppo umana solidarietà che gestisce il
programma -. Per questo motivo abbiamo pensato di proporre la visita in questo sito, dove
siamo stati molto bene trovando personale preparato e disponibile. Speriamo che questa
sia la prima di una serie di occasioni che ci porteranno a un proficua collaborazione e a un
reciproco arricchimento culturale.»