Appalti pubblici in Sardegna: bilancio positivo anche nel primo semestre 2019

Tra gennaio e giugno sono state bandite nell’isola oltre 489 gare per un valore complessivo di 314 milioni


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Il primo semestre 2019 segna per gli appalti pubblici nell’isola un bilancio positivo rispetto all’anno precedente. Dopo un rallentamento in apertura d’anno che ha seguito la forte accelerazione registrata negli ultimi tre mesi del 2018, il mercato dei bandi di gara per lavori pubblici in Sardegna ha ripreso il trend espansivo da marzo-aprile. Tra gennaio e giugno 2019 sono stati pubblicati complessivamente 489 bandi per un valore complessivo a base di gara di 314 milioni, che definiscono una domanda stabile rispetto al primo semestre 2018 (+1,5% il numero) e un aumento del livello di spesa del 21%. Se il confronto viene fatto con la seconda metà dello scorso anno è però evidente un netto rallentamento di domanda e spesa, rispettivamente del 13% e 47%. 

In base al risultato del primo semestre il mercato regionale dei lavori pubblici sta consolidando la fase di ripresa in atto dalla seconda metà dello scorso anno – commentano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di CNA Costruzioni -. Nel corso del 2019 le amministrazioni pubbliche sarde hanno superato la fase di ripiegamento del mercato registrata nel 2016 e 2017: nel 2019 sono stati pubblicati in media 82 bandi di gara, a fronte di livelli pari a 79 e 72 nei due anni “critici”. In termini economici, il risultato del 2018 è condizionato dalla pubblicazione di maxi-appalti negli ultimi mesi dell’anno (quando erano stati promosse le gare ANAS per la messa in sicurezza a adeguamento di tratte della SS 131 «Carlo Felice»), ma il livello medio mensile della spesa nel primo semestre 2019, pari a 52 milioni, risulta superiore a quella del 2016 e non distante da quella 2017 (57 milioni)”.

Le dimensioni degli appalti

Tra gennaio e giugno 2019 solo i micro-appalti segnano una flessione rispetto al primo semestre 2018 (-15,6%). Si tratta di un dato su cui può aver influito l’entrata in vigore (con la legge finanziaria 2019 145/2018 prima, e con lo Sblocca Cantieri più di recente), della possibilità, per le stazioni appaltanti, di procedere all’affidamento di lavori di importo fino a 150.000 euro mediante affidamento diretto previa consultazione, ove esistenti, di tre operatori economici, procedure tipicamente soggette ad una minore pubblicità.

Tiene invece e la classe dei tagli medio-piccoli (+2,5%), grazie proprio all’altra classe coinvolta dalle nuove regole di affidamento (che ammettono la procedura negoziata per gli appalti tra i 150 mila e i 350 mila euro, con consultazione di almeno dieci operatori economici ove esistenti). E’ dunque poco chiaro, al momento, quale sia l’impatto delle ultime novità introdotte.

In termini economici la riduzione della spesa per micro-interventi si espande anche ai tagli medio-piccoli (un calo complessivo del 7%), mentre le classi di importo superiore aumentano sensibilmente: da 187 a 248 milioni di euro. Si definisce così un mercato caratterizzato da un importo medio di 740 mila euro, superiore ai 580 mila euro del primo semestre 2018, ma inferiore allo standard medio dei lavori in gara nella seconda metà dell’anno (1,1 milioni).  In sintesi, nella prima metà dell’anno in corso il mercato segna una flessione della domanda per interventi minuti che rappresentano la domanda locale, promossa da enti territoriali, a fronte di un maggiore dinamismo di progetti di dimensioni più importanti, senza però raggiungere i livelli eccezionali degli anni passati. In sei mesi risultano promosse 12 gare di importo superiore a 5 milioni, contro le 5 del periodo corrispondente del 2018, ma solo una supera i 15 milioni, nessuna i 50, contro i 3 maxi-appalti promossi nell’arco del 2018. 

La più grande gara dell’ultimo semestre vale 40 milioni, è stata promossa dall’ANAS e riguarda il lotto n. 22, relativo alla Sardegna, dell’accordo quadro triennale, suddiviso in 22 lotti, per i lavori di risanamento strutturale di opere d’arte su tutto il territorio nazionale. Si scende poi sotto i 15 milioni, con 11 gare per un importo complessivo di 96 milioni. La più grande tra queste è stata indetta dal Consorzio di Bonifica della Gallura di Arzachena per i lavori di eliminazione delle perdite di risorsa idrica presenti nei tratti di canale a cielo aperto, dalla diga sul fiume Liscia per circa 11,6 km, a servizio dei distretti irrigui di Arzachena e Olbia (14,2 milioni).

I committenti

Protagonisti del mercato in questo primo semestre 2019 sono stati i Municipi, la Regione e l’ANAS. Il gruppo di committenti principali, pur mostrando una crescita modesta di numero e importo dei bandi in gara, svolgono un ruolo fondamentale per la tenuta del mercato, in uno scenario di contrazione della domanda degli altri enti territoriali. Nei primi sei mesi del 2019 i Comuni hanno promosso 343 gare (70% della domanda regionale) per un valore a base d’asta pari a 116 milioni, il 37% del totale, corrispondenti ad una modesta crescita rispetto al 2018, dell’ordine del 2-3%.

Il 2019 ha segnato un risultato eccezionale per la Regione, protagonista della spesa per effetto di una gara da 7,7 milioni per la sistemazione idraulica del Rio San Girolamo — Masone Ollastu e interventi di ricostruzione delle opere pubbliche danneggiate nelle località Poggio dei Pini ed altre frazioni. Ma anche con 31 gare, un risultato positivo se si considera che in tutto il 2018 l’ente ne aveva promosse 51.  Bilancio tutto negativo invece per gli altri enti territoriali principali, Province in primo luogo, che vedono crollare domanda e livelli di spesa, ma anche le Aziende Speciali. Il gruppo delle Grandi Committenze vede particolarmente dinamica l’ANAS che, dopo aver animato il mercato nei mesi di chiusura del 2018, contribuisce in maniera decisiva al bilancio numerico per tutto il gruppo delle grandi committenze, con 11 interventi promossi per una spesa complessiva di 72 milioni, a fronte di una inattività nella prima metà dello scorso anno. La sensibile contrazione dell’attività delle amministrazioni centrali insieme a un livello di spesa delle altre imprese crollato da 66 milioni (di cui 39,6 promossi da Infratel per la concessione di costruzione e gestione di una infrastruttura passiva a banda ultralarga in regione) a 3 milioni nell’ultimo semestre, definiscono un saldo economico del gruppo tutto negativo, pari al -4,4% rispetto al primo semestre 2018.

La modesta crescita del numero delle gare registrata in Sardegna si colloca in un contesto assai più brillante in gran parte dei territori. Nella media nazionale, il numero di gare nel primo semestre 2019 risulta in crescita di poco meno del 9%, con tassi superiori al 20% osservati in tre regioni meridionali (Basilicata, Puglia e Molise), e poi in Umbria e in Veneto. Liguria e Piemonte crescono meno della Sardegna, mentre si osservano due grandi mercati con un numero di gare in calo, Lazio e Sicilia, insieme all’Abruzzo.

In termini economici la Sardegna si colloca nella parte più alta della classifica per tasso di crescita tendenziale, dopo grandi regioni come Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte, e due altre regioni del sud, Basilicata e Molise. Tra le regioni con un calo della spesa si segnalano i grandi mercati della Toscana e della Campania, con tassi negativi rispettivamente del 24% e 52%.


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