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Duecento manifestanti in piazza Giovanni XXIII a Cagliari. Via al corteo al corteo di protesta contro le basi militari in Sardegna e per lo stop al genocidio di Gaza.
La contro manifestazione nel giorno della Festa delle Forze Armate, con la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro della Difesa Guido Crosetto, diventa così anche occasione per protestare contro l’invasione israeliana nella striscia.
“Per Fermare il genocidio del popolo palestinese e per l’apertura immediata di corridoi umanitari per aiutare la popolazione di Gaza. Siamo convinti”, spiega Fawzi Ismaili, “della necessaria unità e solidarietà della lotta del popolo palestinese per liberarsi dalla brutale occupazione coloniale sionista e quella del popolo sardo per liberarsi dall’occupazione delle basi militari e della Nato”.
“Oggi siamo scesi in piazza a Cagliari contro le celebrazioni per il Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, che hanno visto sfilare il Presidente della Repubblica Mattarella, il capo di stato maggiore della difesa, l’ammiraglio Dragone e il ministro della Difesa Crosetto”, dichiarano Danilo Lampis e Nicoletta Pucci, portavoce di Sardegna chiama Sardegna:
«Oggi per noi non è una giornata di festa. Questa celebrazione non è soltanto inutile e colpevolemente costosa – a fronte delle tante necessità sociali -, ma ostenta una cultura militarista e nazionalista che appare come una vera e propria provocazione in un’Isola che ha pagato più di tutti la Prima Guerra mondiale in termini di perdite, e che oggi è gravata dall’esorbitante presenza delle servitù militari dove si svolgono esercitazioni inquinanti sul piano della salute e della salvaguardia ambientale. Esercitazioni di cui è stata protagonista in passato l’Aeronautica israeliana, a dimostrazione di una solida complicità fra lo Stato italiano e lo Stato israeliano.
Siamo scesi in piazza, dunque, non solo per opporci a una retorica patriottica che non rende giustizia ai caduti e che risulta cieca di fronte ai mali economici e sociali generati dalla guerra, ma per denunciare l’odierna occupazione militare della Sardegna, rivendicando lo stop alle esercitazioni, la progressiva dismissione dei poligoni e delle basi militari, la necessità di bonifiche e di nuove opportunità occupazionali e di sviluppo per i territori.
Infine, abbiamo preso parte ai cortei per dire a gran voce che la Sardegna non vuole essere in alcun modo complice col massacro dei palestinesi, perpetrato in queste settimane con inaudita violenza da parte dello Stato israeliano, che continua a ricevere un sostegno dal Governo italiano.»
Il corteo, che sfilerà nelle vie del centro, è promosso dal Comitato per il No al 4 novembre come Festa nazionale delle Forze Armate, di cui fanno parte Cagliari SocialForum, Sardegna Palestina, Usb Sardegna, Cobas scuola Cagliari, A Foras, Osservatorio contro la militarizzazione della scuola e dell’università, Potere al Popolo Sardegna, Pci Sardegna, Fronte della gioventù comunista Sardegna, Madri contro la repressione contro l’operazione Lince, Comitato di solidarietà con la Palestina Sardegna, e Rifondazione comunista.