Anfiteatro di Cagliari, gli ecologisti: “Vandalizzato e trascurato”

Una richiesta di bonifica ambientale è stata inoltrata al Comune di Cagliari


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Un richiesta di bonifica ambientale per la valorizzazione dell’anfiteatro romano e dei resti della necropoli romana del colle di Bonaria: è stata inoltrata dalle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra al Comune di Cagliari, alla Soprintendenza per i beni archeologici di Cagliari e al Ministero per i beni e attività culturali. Il bene, infatti, sarebbe pesantemente vandalizzato e lasciato all’incuria.

“Pessimo biglietto da visita per residenti e turisti – dicono gli ecologisti -. Più volte nel corso degli anni abbiamo chiesto gli opportuni interventi di pulizia e salvaguardia. E’ il più importante monumento romano della Sardegna, uno dei soli tre anfiteatri romani scavati nella roccia ancora esistenti. Ora – aggiungono – è stato avviato il complesso sbaraccamento del pesante allestimento metallico e ligneo per gli spettacoli, da condurre con la necessaria cura, ma ormai sono parecchie le piante infestanti che minano la stessa sicurezza del monumento. Per non parlare degli scarichi incontrollati di rifiuti.

Ma anche il parco comunale intorno alla Basilica di N.S. di Bonaria – precisano – è certamente piuttosto suggestivo. Arrampicato sul colle, era sede di una batteria anti-aerea per la difesa di Cagliari e delle sue installazioni (porto, aeroporti militari), domina l’omonimo cimitero monumentale ed è un vero e proprio parco ambientale-archeologico.

A due passi dalla Basilica di N.S. di Bonaria, in attesa della visita del papa Francesco e già visitata da Benedetto XVI (2008), così come da Giovanni Paolo II (1985) e prima ancora da Paolo VI (1970), sulla scalinata monumentale proprio vicino al povero pino segato dal Comune di Cagliari per un paio d’ore di pretese esigenze televisive, c’è una nicchia archeologica piuttosto interessante quanto utilizzata al posto del contiguo cestino dei rifiuti.

Pregevoli tombe romane ad arcosolio e scavate nella roccia, preda di degrado e rifiuti. Buste e bottiglie di plastica, giornali, stracci, vetro, segnali stradali divelti, nonostante precedenti interventi di risanamento ambientale.

Meriterebbero almeno un piccolo pannello illustrativo per raccontarne la storia, invece le solite bestie a due zampe, giacca, cravatta, jeans, gonna o che altro, preferiscono gettare i rifiuti su un pezzo di identità di Cagliari piuttosto che nei ben presenti contenitori porta-rifiuti.

Già nel novembre 2008 le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra chiesero al Comune di Cagliari e alla Soprintendenza per i beni archeologici cagliaritana un intervento di bonifica ambientale. Inutilmente.

Nel gennaio 2009 le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno provveduto direttamente alla ripulitura della piccola nicchia archeologica e alla sistemazione di un cartello illustrativo.

Nell’agosto 2010 le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno nuovamente chiesto al Comune di Cagliari e alla Soprintendenza per i beni archeologici cagliaritana un intervento di bonifica ambientale e di minimale valorizzazione. Ancora nulla.

Invece, a partire dalle ulteriori (20 giugno 2011, 3 gennaio 2013), richieste di bonifica ambientale, sempre indirizzate al Comune di Cagliari e alla Soprintendenza per i beni archeologici, la nuova Amministrazione comunale del capoluogo sardo ha condotto almeno cinque interventi di completa bonifica ambientale.

Nel maggio 2012 ancora un paio di leggeri cartelli anti-cafonaggine.

Ma le bestie bipedi, magari in giacca e cravatta, ritornano sempre.

Non sarà ora – dopo la necessaria bonifica ambientale – di mettere qualche telecamera anti-cafoni, così da identificarli e sanzionarli pesantemente come meritano?