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Se l’è vista brutta, molto brutta, ma per fortuna può raccontare cosa è successo dal caldo della casa di Maria Bonaria Carboni, presidentessa della onlus “Gli angeli di Roberto”, Andrea Mameli, pescatore quarantanovenne. C’era anche lui a bordo del Futura I, il peschereccio affondato dopo aver colpito una banchina nel porto di Cagliari. Le indagini sono ancora in corso, ma sembra essere questa la dinamica. Anche perchè è lo stesso Mameli, contattato da Casteddu Online, a raccontarla: “Stavamo rientrando dopo la battuta di pesca, abbiamo sbattuto contro un fanaletto verde all’entrata del porto. Ho sentito un botto forte, ho avuto paura di morire”. L’imbarcazione, prima di inabissarsi, è riuscita a raggiungere la banchina: “Siamo tutti saltati lì, appunto, nella banchina”, racconta il pescatore, trent’anni di duro lavoro nei mari sardi. “Nel caos di quei momenti ho perso il cellulare e il portafoglio. È successo anche ai miei colleghi, sono preoccupato per loro”, confida Mameli.
Pescatore, ma anche volontario dell’associazione della Carboni, un futuro tutto, o quasi, da scrivere. Andrea Mameli viveva “in una stanza, a Cagliari. Ora non ho più un lavoro, come posso pagarmela? Non ho nemmeno il cellulare, vorrei tanto sentire mia figlia”. E il desiderio, ora come ora, è principalmente uno: “Non vedo l’ora di riabbracciarla”. La onlus nella quale Mameli è volontario ha lanciato un appello sui social: “Andrea per ora è a casa mia e dormirà da un collega. Se qualcuno avesse delle canadesi taglia S, scarpe numero 41/42, un cellulare, una scheda che non usa più, anche se non modernissimo, ci aiuti ad aiutarlo. Noi siamo in via Tevere 20 a Cagliari, Andrea lo troverete qui. Chiamateci al +393488004146”.