Alluvione, l’ira degli operatori di Molentargius: “Pagherà il Parco”

Il personale è intervenuto per tentare di far defluire le acque


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Non ci sta il personale del Parco di Molentargius, che ieri durante l’alluvione è stato costretto ad intervenire per far defluire l’acqua e limitare i danni al centro commerciale Le Vele. Parole molto dure degli operatori del Parco sono state indirizzate verso le autorità che dovrebbero controllare i bacini idrografici. Riportiamo il comunicato ricevuto stamattina in redazione.

“Dopo gli incendi le alluvioni. Mettiamo le mani avanti.
Se ancora non fosse chiara per qualcuno la funzione di una zona Umida e dell’importanza che essa ha nel contesto del territorio a cui si riferisce, con l’ennesima esondazione dei diversi corsi d’acqua che confluiscono nel Bellarosa Minore, lo si può comprendere molto bene.
Il personale del Parco è intervenuto su specifica segnalazione per aumentare il deflusso dal Bella Rosa Minore nel quale si sono convogliati migliaia di metri cubi al secondo inondando il complesso commerciale delle Vele.
E evidente che gli eccessi meteo-climatici sono ormai un aspetto al quale ci si deve abituare ma che sia il Parco l’ultimo baluardo della sicurezza dei territori a monte la dice lunga sul governo dei bacini idrografici.
Si cercherà di agevolare il deflusso dal Bella Rosa Minore con i mezzi del Parco, tuttavia è certo che i tempi di corrivazione (il tempo che impiega l’acqua a raggiungere il recettore finale: fiume, stagno e mare che sia), non sono più quelli che naturalmente dovrebbero essere e tanto meno il Bella Rosa è stato dimensionato per sopportare onde di piena di portate considerevoli ed in tempi molto brevi.
Se a qualcuno venisse in mente di attribuire al Parco responsabilità, sappia che il problema non sta nel Bella Rosa Minore ma nei corsi d’acqua e nei loro bacini imbriferi a monte che siamo certi non sono governati come dovrebbero.
Ad ogni buon conto intorno alle 20,30 del 31 agosto il personale del Parco ha cercato di limitare i danni alle Vele aprendo le paratoie per smaltire più acqua possibile.
Episodi come quello di ieri sono la prova che, a parte l’importanza ecologica delle zone umide, per Molentargius si debba intendere una zona ben più vasta e non vorremmo che di questo ennesimo episodio fosse reso responsabile il Parco stesso che deve sempre  fare i conti con fenomeni e fatti che avvengono più o meno lontano, ma non entro, dai suoi confini.
Che il territorio di riferimento del Molentargius sia ben più vasto della sua estensione sfugge a troppa gente che per ignoranza o estrema semplicità e forse malafede individua gratuitamente il Parco come latitante e spendaccione e responsabile di reati o inadempienze a carattere ambientale (non ultimo la pulizia delle cunette lungo il viale Poetto che è di competenza della Provincia).
Ora non resta che attendere una possibile moria dovuta agli apporti, soprattutto di solidi sospesi ed altre cose immonde prodotte altrove e non al Parco, che potrebbero determinare moria di pesci nel Terramaini. Si sappia che è un ambito che non è di competenza del Parco, se anche le temperature non dovessero scendere. Sarà responsabilità del Parco? Staremo a vedere”.