Alluvione a Capoterra e Uta un anno dopo: la Sulcitana “squarciata” e quella grandissima paura

Gianfranco Carboni ripercorre come in un film la memoria di un anno fa, la terribile alluvione nella zona di Capoterra e Macchiareddu. Un pensiero anche alle tante vittime degli anni precedenti


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I social sono terribili anche se ti scordi di un evento ti viene ricordato: “Speriamo che ti faccia piacere rivivere i tuoi ricordi su Facebook”, terribile. È passato un anno dal 10 ottobre del 2018, un giorno come altri che abbiamo vissuto e che vorremmo dimenticare. Sono trascorsi trecentosessantacinque giorni e sembra ieri. Fortunatamente, dopo i diluvi del 12 e 13 novembre 1999, devastante ondata di maltempo che provocò la morte di due persone coinvolgendo in particolare le zone di Uta ed Assemini Macchiareddu.

Il 22 ottobre del 2008 fu disastro nel comune di Capoterra (Poggio dei Pini e Frutti d’Oro morirono 4 persone, una vittima a Sestu. L’acqua invase la zona di Rio San Girolamo e poi il villaggio residenziale di Frutti d’Oro e Poggio dei Pini. Lo scorso anno la sorte ci ha assistito e certamente la prevenzione, fortunatamente non ci fu nessun morto, anche se la Suylcitana finì “squarciata”

Quel 10 ottobre iniziò con una verifica del ponte e del condotto d’acqua, il ricordo poi è cadenzato. Ore 13.15 Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi nel guardarle e rispettarle. Pitica sa passara ‘e abba (che pioggia), non si vede nulla. Ore 14.56 diminuisce… Ore 16.30 Diciamo che siamo in un piano terra, non ci piace… Ore 21.00 Alcune volte è più bello di altre quando torni a casa… sono giornate in cui comprendi la forza della natura. Rimane indelebile nei miei ricordi riportati a galla dai social, il volto dei colleghi, la paura, la desolazione quando – dopo qualche ora dalle 11.00 – rotto l’argine della strada 195 – verso le 17.45 l’acqua inziò a defluire velocemente. Il giorno dopo, ancora storditi, scrissi: “Il nubifragio del 10 ottobre ha danneggiate pesantemente le aziende della zona industriale di Cagliari, fra cui la Tecnocasic l’azienda in cui lavoro da 28 anni. Ci stiamo rimettendo in piedi, l’azione da sempre più difficile, ci stiamo risollevando grazie ai lavoratori, ai tecnici, agli amici. Senza sosta mettendoci anima, cuore e rimboccandoci le maniche. Come sempre è stato, come sempre sarà”.

Un pensiero alle due vittime del 1999; alle vittime del 2008 la signora Speranza Sollai, Alicia Zucca ed il genero Antonello Porcu, a Mariano Spiga di Sestu. Che a tutti sia di monito, la natura va sempre rispettata. Sempre, perché non può esistere la convinzione del non essere mai coinvolti o esserlo solo quando abbiamo paura.


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