Un piano “diabolico” – a definirlo così la Squadra mobile di Cagliari – quello imbastito da Michele Pili, 41 anni, di Aritzo, Mario Calledda, 38 anni di Sorgono e Angelo Pisano, 46 anni, di Cagliari. I tre, già a Uta, volevano sequestrare e rapinare Alberto Melis – famoso ristoratore cagliaritano – e la sua famiglia. Nello specifico, sua moglie Alina e la figlioletta di appena quattro anni. Ma lo choc maggiore emerge dalle intercettazioni telefoniche svolte della polizia e ascoltate dalla famiglia Melis: “Si sente che dicono che volevano legarmi e violentarmi davanti a mio marito e alla mia bambina, sono imperdonabili. Chi arriva a questo punto è una bestia, mi auguro che restino a marcire in galera per tutta la vita, gente simili non può restare fuori”, dice Alina Melis, 30 anni, nel primo giorno in cui ha potuto riabbracciare suo marito, partito fuori dalla Sardegna per un viaggio di lavoro “che avrei voluto disdire, ma non l’ho fatto proprio su suggerimento degli uomini della squadra mobile”, aggiunge Alberto.
La sera del 3 novembre la bambina “era già in un luogo sicuro, in casa c’ero solo io”, racconta Alina, “il dirigente della squadra mobile Marco Basile, al quale va tutto il mio ringraziamento, mi ha detto di restare chiusa in casa, è arrivato ed è rimasto con me” sino a quando gli agenti non hanno stretto le manette attorno ai polsi dei tre delinquenti. Alberto Melis è sicuro, purtroppo, di un fatto: “So di essere stato nel mirino della banda già da tempo, per fortuna la polizia è riuscita a proteggerci e a farci sapere del piano dei tre con largo anticipo, ci siamo quindi preparati per affrontare una situazione” che “fa riflettere tantissimo, i nostri ritmi di vita sono ormai stati ridimensionati. Giorno dopo giorno ci stiamo rendendo conto di ciò che abbiamo rischiato di vivere”, afferma il 45enne. E, in un’azione che sarebbe stata davvero molto cruenta, la domanda alla moglie del ristoratore è quasi d’obbligo: “Voglia di giustizia o, magari, anche di vendetta?”. La risposta non lascia dubbi: “Voglio che quei tre restino in galera per sempre”.