Alessandra Zedda: “Femminicidi, scuola e famiglie puntino sull’educazione affettiva”

Dopo il caso Noemi, il parere di Alessandra Zedda (Fi): “L’educazione affettiva dovrà essere la nuova missione della nostra società e della scuola italiana, dalla materna fino alle superiori, per permettere che le ragazze e i ragazzi imparino sin da piccoli a rispettare il diverso e la parità di genere!


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Ventiquattro casi di femminicidio registrati in Italia nel 2017. Alessandra Zedda, consigliera di Forza Italia in Consiglio regionale della Sardegna, dispiaciuta e preoccupata per il trend che si è già raggiunto nell’ anno corrente dice: “La violenza di genere necessita di interventi urgenti e risoluti che possano prevenire ed evitare che si verifichi e che possa sfociare  in femminicidio.

L’educazione affettiva dovrà essere la nuova missione della nostra società e della scuola italiana, dalla materna fino alle superiori, per permettere che le ragazze e i ragazzi imparino sin da piccoli a rispettare il diverso e la parità di genere. Scardinare stereotipi di genere, alla base del fenomeno della violenza, e far prevalere la cultura del rispetto e del reciproco riconoscimento tra uomini e donne è un obiettivo da porsi nell’immediato anche attraverso il coinvolgimento “in rete” di istituzioni,  famiglie,  associazioni, educatori, centri anti violenza: tutti insieme per le donne e gli uomini del domani.

Un altro punto fondamentale da affrontare e risolvere sin dalla prima violenza subita, è rappresentato dall’indipendenza economica che resta un fattore fondamentale, per la donna, di affrancamento dal contesto violento. Attraverso un sistema di leggi e politiche economiche e sociali si devono garantire piena uguaglianza e realizzazione femminile.

Non c’è più tempo da perdere ed è oramai prioritario e improrogabile il totale e massimo coinvolgimento attivo delle istituzioni pubbliche e private, dal Ministero per lo Sviluppo Economico alle Regioni e gli Enti Locali, le imprese, le Pari Opportunità e tutte le Associazioni per affrontare con decisione quello che può considerarsi un dramma sociale dei nostri tempi”.


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