Al via la terza stagione del Mut con il restauro della Madonnina di Bonaria

Sarà presentato al pubblico il restauro della Madonnina di Bonaria, proveniente dalla chiesa della Tonnara Saline


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Ha riaperto i battenti lo scorso 31 marzo, ma il calendario di eventi prenderà il via sabato 14 aprile. È pronto per la terza stagione il Museo della Tonnara di Stintino. Un museo che diviene accessibile a tutte e tutti, grazie all’utilizzo della realtà virtuale. Novità del 2018 è il virtual tour interattivo, realizzato da Yes Consulting, agenzia sassarese di web marketing, con l’obiettivo di rendere accessibile il museo a chi non può visitarlo di persona, con particolare attenzione alle persone disabili.

Il sistema, altamente innovativo ma di semplice fruizione, consente attraverso l’utilizzo di un telefono cellulare, abbinato ad un economico visore 3d, di immergersi nelle sale del museo comodamente da casa e di provare un’esperienza multimediale coinvolgente.

Il tour virtuale sarà lanciato il 14 Aprile. Da quella data sarà accessibile gratuitamente all’indirizzo www.mutstintino.com/vt. Inoltre, grazie alla collaborazione con associazioni operanti nel sociale, saranno messi a disposizione alcuni visori per i richiedenti in stato di immobilità fisica.

Nella stessa serata sarà presentato al pubblico il restauro della Madonnina di Bonaria, proveniente dalla chiesa della Tonnara Saline. La statua lignea policroma, che è parte dell’allestimento permanente del museo dall’ottobre del 2016, è stata restaurata da Davide Tomassi, grazie a una campagna di raccolta fondi che si è svolta durante la scorsa stagione. La Madonnina, protettrice dei naviganti, dal 1866 al 1972 è stata adorata nella chiesa della tonnara e portata in processione tutti gli anni durante la festa del Corpus Domini.

In conclusione della serata, che prenderà il via alle 17.30, Paolo Francalacci, genetista appassionato di musica tradizionale, ci condurrà in un viaggio tutto europeo, dalla Galizia alla Lettonia, dall’Irlanda alla Corsica, da Creta alla Finlandia. Suonando la ghironda, strumento di origine medioevale, e seguendo la storia del popolamento del vecchio continente, metterà in dialogo paesaggio musicale e paesaggio genetico, raccontandoci come la musica tradizionale si trasmetta così come si trasmettono i geni.


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