Inizia ufficialmente – e affannosamente visti i tempi strettissimi – la campagna elettorale in Sardegna per le elezioni regionali del 16 febbraio: agenda alla mano, oggi sul Bollettino Ufficiale della Regione è stato pubblicato il Decreto di convocazione dei comizi elettorali, firmato sabato 28 dicembre dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci: si parte dunque con simboli, liste e candidati. Entro sabato 4 gennaio, dovranno esser costituiti gli Uffici centrali circoscrizionali nei diversi Tribunali dell’Isola e l’Ufficio centrale regionale nella Corte d’Appello di Cagliari. Dalle 8 di domenica 5 gennaio ed entro le 20 di lunedì 6 gennaio partiti e i movimenti politici dovranno depositare il contrassegno delle liste circoscrizionali alla Corte d’Appello di Cagliari. Dalle 8 di domenica 12 gennaio alle 20 di lunedì 13 gennaio dovranno essere presentate le liste corredate dalle firme degli elettori e della dichiarazione di collegamento col candidato presidente. Gli aspiranti governatori dovranno presentare la candidatura e il programma politico entro le 12 di mercoledì 15 gennaio. La mossa a sorpresa del governatore, quando ormai tutti davano per scontato (non senza polemiche, anche in quel caso) che si sarebbe votato il 2 marzo, ha sparigliato i giochi e messo il turbo a chi sta ancora decidendo da che parte stare e se presentare o no un proprio candidato presidente. Al momento i candidati sono lo stesso Cappellacci per il centrodestra, Mauro Pili per Unidos, Michela Murgia per Sardegna Possibile, Cristina Puddu per Meris di Doddore Meloni e Pier Franco Devias per il Fronte indipendentista Unidu. Mancano all’appello il candidato del centrosinistra dopo il siluramento della Barracciu, quello del Movimento 5 Stelle, quello annunciato dei movimenti Zona Franca e, con tutta probabilita’, un candidato dell’area sovranista che potrebbe essere lo stesso Paolo Maninchedda, fondatore del Partito dei sardi insieme a Franciscu Sedda a meno che, cosa molto più probabile, i sovranisti non chiudano l’alleanza con il centrosinistra, decisamente possibile ora che la candidata indagata per peculato (per i sovranisti la questione morale è pregiudiziale) è stata fatta fuori.