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Sedici paesi, sedici miti, sedici riti del Carnevale barbaricino. E’ questo lo slogan che caratterizza il progetto che i paesi del centro Sardegna hanno sottoscritto per fare rete e avviare un circuito di grande valenza culturale e turistica. Dietro la maschera si nasconde l’identità di un popolo, che attraverso la maschera si identifica. Il carnevale barbaricino, uno dei più affascinanti di tutto il mondo, che per alcuni anni pareva essere relegato al mondo delle memorie smarrite, sta diventando sempre più evento culturale. Un punto di raccolta delle espressioni identitarie della Sardegna che valorizza non solamente la spettacolarità della manifestazione, ma anche valenza antropologica che accompagna i miti e i riti dell’evoluzione popolare. Le maschere che agitano i Carnevali dell’isola fanno paura e affascinano. Travolgono.
“Aver riunito sedici Comuni in questo progetto è per motivo di grande orgoglio” spiega Marcello Seddone, assessore al Turismo del Comune di Nuoro e portavoce dei paesi coinvolti nel progetto.
“Da tante parti si fa un gran parlare di reti, di sinergie e gestioni associate di servizi ma essere riusciti a rendere concreti questi slogan ci dà una grande spinta per allargare la collaborazione ad altri livelli. Questo è l’anno zero di questa esperienza, visto che nel 2016 siamo riusciti solo a gestire assieme solo la parte amministrativa. Quest’anno abbiamo fatto un salto di qualità. Aver trovato l’accordo di un’azione promozionale comune permettendo a tutti di mantenere le proprie specificità rafforzando i propri eventi grazie al contributo regionale permetterà una ricaduta positiva per tutto il territorio”.
L’intero progetto ha un costo di circa 60 mila euro. “Non si tratta di grandi cifre, visto il periodo abbiamo tutti un dovere di mantenere i conti sotto controllo, ma grazie all’impegno comune e alla condivisione delle risorse contiamo di massimizzare il risultato”.
Gli eventi in programma sono trentatré, avranno inizio il 4 febbraio per concludersi il 5 marzo. La campagna di comunicazione è stata coordinata e gestita da Sardegna Live.
“Nel ricco programma si può notare come, a partire dall’apertura di Sarule, ogni fine settimana offra possibilità di festeggiare agli appassionati e ai turisti che per la prima volta si affacciano al nostro carnevale, che abbiamo declinato al singolare perché per noi è uno solo, con una vera e propria esplosione di eventi dal 23 febbraio al 1 marzo, prima della chiusura del 5 con la sfilata dei carri allegorici a Nuoro, a quella delle maschere tradizionali di Lodé o quella spontanea dei Thurpos di Orotelli”.
“Abbiamo deciso, tutti assieme, di redigere un progetto che consenta a tutti i comuni di realizzare delle manifestazioni, rifiutando la logica del più forte. Sarebbe stato facile per noi incorrere nella tentazione del nuorocentrismo, accentrando risorse e decisioni sul programma ma abbiamo preferito proseguire sulla strada della pari dignità. Questo non vuol dire rinunciare al ruolo di comune capofila, ma lo vogliamo esercitare con le altre amministrazioni e non prima di loro. “Abbiamo la speranza, e l’ambizione, di rendere il carnevale di Barbagia un importante appuntamento del calendario turistico regionale investendo sulla qualità degli eventi in combinazione con tutti gli attrattori turistici del territorio, di matrice culturale, ambientale ed enogastronomica”.