di Paolo Rapeanu
“La vita non è uno scherzo. Prendila sul serio come fa lo scoiattolo, per esempio, senza aspettarti nulla dal di fuori o dall’aldilà. Non avrai altro da fare che vivere…”. Nazin Hiknet. È solo l’ultima frase di una poesia, scritta sulla lavagna all’ingresso del liceo Artistico “Foiso Fois” da Angelo Bayre, collaboratore scolastico. Così vengono chiamati da qualche anno i meglio conosciuti bidelli. Da tre anni esatti, dopo aver maturato la scelta insieme alla dirigente scolastica, ha deciso di scrivere un verso di una poesia o una frase di un libro, ogni giorno diversi, per accogliere gli studenti: “Con il gessetto riporto qualcosa che mi ha particolarmente colpito in questo o quel libro. Per esempio, Hiknet è un poeta turco perseguitato e morto già da molti anni”, spiega Bayre, sfoggiando una cultura decisamente invidiabile, “o anche autori sardi come Salvatore Satta”.
E gli studenti apprezzano tutte le frasi? “Sì, la maggior parte, c’è anche qualcuno che non concorda ma diventa l’input per riprendere tra le mani un libro, spesso poi ci si dimentica che proprio questa o quella frase è farina del sacco di un determinato autore”. Ormai, il bidello – meglio, il collaboratore scolastico – è una figura sempre più importante in ogni scuola: “Siamo psicologi, consulenti, facciamo pure primo soccorso se uno non sta bene”. Nel caso di Angelo Bayre, possono essere anche poeti. Lui ride e ridimensiona il tutto: “I poeti sono altri, io mi limito a scrivere delle frasi che, per qualche ragione, mi hanno colpito”.