Sono riusciti ad evitare l’allaccio con Abbanoa e, utilizzando l’acqua di bacini o dei Consorzi di bonifica, sino a pochi mesi fa hanno ottenuto risparmi che, per quanto minimi, gli hanno consentito di galleggiare. Ora, però, gli agricoltori del Cagliaritano rischiano di affondare, “fulminati” dalle bollette della luce. Ciò che hanno risparmiato con l’acqua lo stanno pagando per continuare ad avere l’energia elettrica. Una beffa, e nel pieno della stagione dei raccolti il baratro è dietro l’angolo. Soprattutto se, tra circa due mesi, arriverà la nuova legnata da parte dell’Enel e delle altre società elettriche, con aumenti previsti di almeno il 59 per cento. Emiliano Moi ha iniziato a lavorare, nelle campagne di Quartu, da pochi mesi: ciò che coltiva lo vende nella sua “buttega” nella zona di Flumini, ma il suo sogno imprenditoriale mostra già qualche crepa: “Mi è arrivata una bolletta della luce di 1700 euro, ottocento solo per l’attacco del contatore. Sono riuscito ad ottenere una dilazione, ma è chiaro che ciò che ho risparmiato utilizzando l’acqua, torbida, del bacino del Simbirizzi, lo pago per avere ancora la corrente”. Il costo dell’oro blu è quasi ottimo: “Cento euro l’anno, tanto l’acqua mi serve solo per irrigare. Ma alla fine non sto risparmiando, ho dovuto staccare una delle vetrine, quella dei formaggi, e utilizzo solo un frigorifero tenendolo staccato, più volte al giorno, per consumare il meno possibile. Queste sono le mie restrizioni, da guerra, non avevo mai vissuto una situazione del genere”.
Le definisce “restrizioni da guerra” anche Marcello Curreli, trentenne, agricoltore di San Gavino Monreale: “Pago l’acqua duecento euro all’ettaro, ne coltivo cento. Niente Abbanoa, sono con il Consorzio di bonifica del Medio Campidano. La bolletta della luce aumentata del 50 per cento, però, ha rovinato tutti i miei tentativi di risparmiare”. E così i suoi ortaggi e cereali coltivati saranno, per la prima volta da tantissimo tempo, molti di meno: “Per economizzare ho fatto la semina a mano e delle lavorazioni del terreno leggere. Significa che non vado molto in profondità, con il risultato che il raccolto sarà più scarso, ma non posso fare altrimenti”, confessa. “Ancora oggi, i prezzi di concime e gasolio sono altissimi, per non parlare di quelli dei costi di vendita e di produzione”. Frutta e verdura coltivati sotto il sole del Medio Campidano arrivano nei market del sud Sardegna a prezzi più alti del previsto: “Ma il mio ricavo è sempre lo stesso. Anzi, con le spese ulteriori che devo sopportare, è ulteriormente calato”.