Agenzia Lavoro, nuovi assunti con la beffa: trasferimenti in massa

Trecento assunzioni all’Agenzia Regionale del Lavoro, ma con la beffa per tanti ex precari cagliaritani. Doccia gelata per molti: spostamenti da Oristano a Carbonia (120 km di distanza), da Lanusei a Olbia (circa 164 Km), da Tortolì a Cagliari (138 km), da Sanluri a Carbonia (71 km), da Iglesias a Senorbì (69 km), e tanto altro, con distanze che variano dai 60 Km per i più fortunati ai 200 km per i meno fortunati. La protesta di Luca Locci


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di Luca Locci– Usb pubblico impiego

Assurdo quanto succede in queste ore all’Aspal, Agenzia regionale istituita con la legge regionale 9 del 2016.

La stessa legge regionale grazie alla quale sono state avviate e portate a compimento le procedure di superamento del precariato del personale già impiegato a tempo determinato nell’Agenzia Regionale del Lavoro e operante presso i Centri Servizi per il lavoro e i comuni.

Questi lavoratori, dopo decenni di travagliato lavoro precario, vengono stabilizzati dentro l’Aspal e i primi giorni di gennaio sottoscrivono il contratto individuale che prevede l’inizio del servizio in data 9 gennaio. 

Ieri, 5 gennaio, l’ufficio personale dell’ASPAL  invia una semplice email con la quale viene comunicata a ciascuno la nuova sede di lavoro. 

Doccia gelata per molti: spostamenti da Oristano a Carbonia (120 km di distanza), da Lanusei a Olbia (circa 164 Km), da Tortolì a Cagliari (138 km), da Sanluri a Carbonia (71 km), da Iglesias a Senorbì (69 km), e tanto altro, con distanze che variano dai 60 Km per i più fortunati ai 200 km per i meno fortunati. Non cadiamo nel populismo di affermare “con tutta la disoccupazione che c’è sono fortunati ad averlo un lavoro”. Dopo decenni di sofferenze e precariato si vedono stravolgere completamente la vita.

Quali criteri siano stati utilizzati per questi spostamenti non è assolutamente chiaro. Nessun bando, delibera o determinazione per chiarire quali uffici fossero scoperti e quali criteri sarebbero stati utilizzati per gli spostamenti del personale appena stabilizzato. Era lecito aspettarsi che lavoratori oramai incardinati in sedi di lavoro ben precise da circa un decennio o più, potessero continuare a prestare il proprio lavoro nella stessa sede, salvo le situazioni in cui veniva richiesto un avvicinamento alla propria residenza. Ma così non è stato, o almeno non per tutti.  

Eppure a quanto pare si è discusso tanto negli uffici ASPAL rispetto agli spostamenti e alla riorganizzazione del personale, e a questi incontri hanno partecipato le confederazioni sindacali CGIL, CISL e UIL. 

Che posizione hanno queste confederazioni rispetto a quanto accaduto ieri? Perché non hanno mai sollevato eccezioni sulla riorganizzazione pretendendo criteri trasparenti per l’assegnazione delle sedi? Perché non hanno preteso che la sede di lavoro venisse inserita nel bando di stabilizzazione o nel contratto di lavoro appena sottoscritto? Perché alcuni lavoratori hanno festeggiato per essere stati spostati vicino alle proprie case mentre altri si trovano a dover fare i bagagli e stravolgere completamente la propria vita? Forse c’erano dei canali preferenziali che non erano noti a tutti ma solo a pochi intimi?

Che ci sia un legame tra queste decisioni così arbitrarie e l’esclusione, voluta e perpetrata, dell’Unione Sindacale di Base ai tavoli di comunicazione e informazione sull’argomento?

Già, perché l’USB ha appreso le informazioni solo a cose fatte, nonostante sia un sindacato pienamente rappresentativo all’interno dell’ASPAL in quanto ad iscritti e a rappresentanza in RSU, a differenza, ad esempio, della stessa CGIL che, nonostante abbia neanche la metà degli iscritti dell’USB e non abbia neanche un rappresentante nell’RSU ASPAL, è considerata rappresentativa e viene invitata ai tavoli di informazione.

I gravi fatti accaduti in queste ore costringono l’Unione Sindacale di Base a dissociarsi completamente dalle scelte fatte, che non rispettano principi fondamentali che il sindacato ha sempre difeso quali l’uguaglianza, la trasparenza e il rispetto di tutti i  lavoratori, senza distinzioni di tessera politica o sindacale. 

Vogliamo sapere quali logiche sottostanno alle decisioni prese e se sacrificare i diritti dei lavoratori può veramente  rendere più efficaci ed efficienti i servizi resi al cittadino. Noi ne dubitiamo, pertanto, chiederemo con urgenza un incontro con Sua Eccellenza Signor Prefetto di Cagliari affinché si faccia chiarezza e vengano individuate eventuali responsabilità.