“Affitto alto e aiuti del Governo inutili, conti prosciugati: chiudiamo la paninoteca a Sestu” 

Una resa dopo 4 anni di sudore e fatica, quella di Riccardo Camboni e della sua compagna, Eleonora Sotgiu: “Soldi dei ristori spariti tra F24 e spese, 1500 euro di affitto sono troppi: il Covid ci ha strozzato. Tra pochi mesi nascerà nostra figlia. Speriamo di trovare, come dice Checco Zalone, un posto fisso” 


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L’affitto, gli affari in netto calo da marzo in poi, un’estate quasi a secco e gli aiuti, insufficienti, da parte del Governo. Tutte grane, legate tra loro dal fattore Covid, che hanno portato Eleonora Sotgiu, 38enne cagliaritana ma residente a Sestu, e il suo compagno Riccardo Camboni a chiudere, dopo quattro anni, la loro paninoteca, Elly’s, in via Monserrato a Sestu. La decisione è già stata presa, altre croci del commercio che aumentano il “cimitero” creato, nemmeno tanto indirettamente, dalla pandemia. Tra qualche mese la giovane darà alla luce una bambina, “questo ci rende mollo felici, cercheremo di non abbatterci”.
La dura realtà e il film degli ultimi loro mesi vengono raccontati proprio dalla giovane: “In quattro anni l’affitto non è mai sceso, sempre 1500 euro al mese. Sino all’inizio della pandemia sono riuscita a pagarlo puntualmente, negli ultimi mesi è stato un disastro e il padrone non ne ha voluto sapere di abbassare il prezzo, nemmeno di 50 euro. Molti clienti sono scomparsi e, in estate, tanti giovani sestesi hanno preferito uscire la sera a Cagliari, dopo i mesi di lockdown li comprendo. Gli aiuti dello Stato? 1200 euro, poi un fondo perduto di duemila euro: utilizzati per mangiare e per pagare gli F24, circa 1700 euro, i contributi e le varie rate, più un mese di affitto. A metà novembre ci siamo fermati, ora abbiamo deciso di non riaprire più il locale”.
I due giovani sono a terra: “C’è da pagare il mutuo della casa”, osserva la Sotgiu. “I conti sono prosciugati, saranno rimasti due spiccioli. Purtroppo, mentre a Cagliari la situazione è diversa, tra concessioni per tavolini all’esterno e molto movimento, nei piccoli paesini le attività come la nostra hanno sofferto l’emergenza sanitaria. No, non è andato tutto bene”, conferma la giovane imprenditrice. Che, nonostante tutto, non ha perso il sorriso: “A febbraio partorirò, spero intanti che il mio compagno possa trovare un’occupazione, mi darò da fare anche io. Speriamo, come ha detto Checco Zalone, di trovare un posto fisso”.


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