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Di Francesco Accardo – centro studi Riformatori Sardi
Al 7 dicembre, quando mancano meno di tre settimane alle vacanze di Natale, non ci sono più biglietti aerei per tornare a Cagliari da Milano. Sul sito di Alitalia viene segnalato un errore e chiamando il centralino confermano il tutto esaurito per tutti i voli tra il 20 e il 25 dicembre. Non va meglio cercando Ryanair: voli a/r da Bergamo che superano i 400 euro.
Eppure facendo un veloce giro su internet si trovano tante offerte sui voli Alitalia per quelle stesse date: siti come eDreams garantiscono un rapido collegamento su aerei Alitalia al modico prezzo di 400 euro a/r, praticamente più del doppio della tariffa comunemente corrisposta (circa 145 euro). È come se un’agenzia esterna avesse fatto per tempo razzia dei biglietti riservati a nati e residenti in Sardegna.
È gravissimo. Si tratta di autentico bagarinaggio! E ciò che è più grave è che non si tratta di itinerari turistici o di voli a interesse stagionale, ma di voli aerei di continuità garantiti per il rientro di quei Sardi costretti, per motivazioni di mero carattere economico, a lasciare l’isola per cercare un lavoro fuori. È evidente che i politici isolani non hanno figli che studiano fuori. È evidente che non conoscono amici o parenti che lavorano in penisola per la disperazione di non trovare un posto in Sardegna. È evidente che chi è nato e vissuto in una culla d’oro se ne infischi completamente dei problemi di quella enorme fetta di Sardegna costretta a emigrare non per divertimento, ma unicamente per cercare lavoro.
Ciò che viene spontaneo da chiedersi è: ma anziché perdere tempo con problemi di sostanziale inutilità quali le indicazioni di voto per il referendum, o le sfilate di Ministri con promesse di finanziamenti per progetti totalmente fuori visione politica, perché chi di dovere non si è occupato di affrontare un problema che si sta presentando sistematicamente da almeno due anni in corrispondenza delle festività più importanti? È vergognoso che questa Giunta, composta in gran parte da eminenti professori, non sia stata in grado in tutti questi anni di affrontare un problema sistematico. Un problema che si ripresenta puntuale. In tutto questo viene pure da domandarsi quale preparazione venga data ai ragazzi delle nostre Università e dove siano le nostre Università, tanto brave a sbandierare i dati sugli scritti o a inaugurare stanze per le neomamme, ma incapaci di alzare la voce nei confronti dell’annoso problema del lavoro inesistente nell’isola e da cercare per forza in altri lidi. Ed è una vergogna che le attività politiche regionali si siano bloccate per più di un mese alle prese con il referendum anziché badare ai problemi seri dei Sardi.
L’Assessore ai Trasporti si deve dimettere. L’Assessore alla Programmazione si deve dimettere. Il Presidente della Regione si deve dimettere.
Lascino il posto a chi, senza alcuna pretesa accademica, abbia una visione politica e sappia indirizzare il lavoro dei tecnici verso specifici obbiettivi tattici e strategici.
È inammissibile che una regione insulare come la nostra non investa in trasporti e in collegamenti, condannando la già martoriata società isolana all’isolamento più totale.