Adottato negli Usa, ritorna a Cagliari dopo 65 anni: “Ho potuto riabbracciare la mia famiglia”

L’incredibile storia di Robert McKinnon, sardo doc che ha vissuto per decenni negli Stati Uniti. A 72 anni, dopo varie peripezie, riesce a incontrare la sua vera famiglia, quella sarda: “Grazie per aver tenuto vivo il mio sogno”. E c’è anche l’abbraccio col sindaco Paolo Truzzu


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Ospite del brefotrofio provinciale adottato negli Usa ritrova famiglia sarda e torna a casa dopo 65 anni Robert McKinnon, oggi ha 72 anni ed è stato accolto dal sindaco Truzzu nella sede di viale Ciusa della Città Metropolitana, che negli anni Cinquanta ospitava l’istituto in cui da bambino visse per due anni Cagliari. Una grande emozione, con il sindaco e il direttore generale dell’ente Stefano Mameli che hanno incontrato Robert McKinnon, al secolo Luciano Calabrò, originario di Masainas, ospite all’inizio degli anni Cinquanta dell’ex brefotrofio provinciale, adottato negli Usa nel 1957, e tornato in Sardegna dopo 65 anni. McKinnon, oggi settantaduenne, oltre ad aver ritrovato e abbracciato la propria famiglia di origine nel Sulcis, ha espresso il desiderio di visitare il luogo in cui trascorse i suoi primi anni di vita, tra il 1950 e il 1952. Una richiesta accolta senza indugio dalla direzione della Città Metropolitana, che oggi ha sede proprio negli spazi dell’ex brefotrofio. “E’ un enorme piacere averti qui oggi simbolicamente in quella che fu la tua seconda casa, e spero che tornerai presto a trovarci”, ha detto il sindaco Truzzu, che ha voluto essere presente personalmente per accogliere Mr McKinnon e offrirgli in dono una pergamena con lo skyline di Cagliari. “Un regalo che di solito facciamo agli ambasciatori che vengono a trovarci, e spero che d’ora in avanti possa essere ambasciatore della nostra terra e della nostra città”, ha spiegato il primo cittadino all’uomo visibilmente commosso, accompagnato dalla moglie Shanna, dalle figlie Ilene e Jerelyn e dalla nipote Veronica. “Ringrazio tutti voi per questa calorosa accoglienza e per avermi dato l’opportunità di tornare nel luogo in cui tutto ha avuto inizio”, ha detto Robert. “Voglio ringraziare anche mia nipote Veronica, per aver tenuto vivo il sogno, e le mie due figlie che mi hanno aiutato a ritrovare tutto questo, sono felice e non smetterò mai di esserlo”, ha detto Robert. Il piccolo Luciano, originario di Masainas, fu adottato nel 1957 dai coniugi Eva ed Henry Daniel McKinnon, americani di Trinidad, Colorado, desiderosi di dare un fratello al loro primo figlio adottivo Dan.
I McKinnon trovarono Luciano attraverso un annuncio su un giornale cattolico e fu Dan a scegliere personalmente il suo futuro fratello tra le foto dei bambini pubblicate. Luciano partì alla volta degli Stati Uniti con una nave per Roma e un volo di sola andata destinazione Colorado, per iniziare la sua nuova vita con la sua nuova famiglia al di là dell’Atlantico e delle Grandi Pianure. A Trinidad Luciano, diventato Robert, ha trascorso la sua infanzia e compiuto gli studi, e si è successivamente trasferito a Denver, dove per 37 anni ha lavorato come capotreno delle ferrovie. Sposato con Shanna dal 1973, ha quattro figli ed è un fan dei Denver Broncos. Da quando è in pensione vive in Arizona. Robert ha cercato per anni di ritrovare la sua famiglia di origine, ma senza successo, nonostante fosse a conoscenza sia delle radici sarde che del proprio nome originario (nell’incertezza tuttavia che si trattasse di quello reale per via della consuetudine di dare nomi di fantasia ai bambini ospiti dei brefotrofi). Fino a quando è stata una sua pronipote di Sant’Antioco, Veronica Campus, a trovare lui. Con il supporto dell’associazione Italiadoption di John Pierre Campitelli, Veronica ha condotto delle ricerche sia tramite le più note reti internazionali online di documenti genealogici che attraverso i social media, ed è riuscita così a rintracciare Robert McKinnon. A comprovare l’identità dell’uomo, non solo la data di nascita, corrispondente a quella di Luciano Calabrò, ma successivamente anche il test del DNA. Risale all’inizio del 2021 il primo incontro in videochiamata Sardegna–Arizona, fino alla decisione di Robert di tornare in persona quest’anno nella terra che gli ha dato i natali e conoscere la sua nuova, numerosa famiglia del Sulcis, che include due sorelle consanguinee da parte di madre ancora in vita. Cinque fratelli da parte di padre vivono invece fuori dall’Isola. Luciano Calabrò era nato l’8 settembre del 1949 a Is Salinas, frazione di Masainas, dall’unione tra il masainese Vincenzo Pinna ed Emanuela Calabrò, originaria di Portoscuso. Emanuela, vedova con cinque figli nati dal precedente matrimonio, morì sette mesi dopo aver dato alla luce Luciano. Fu così che Vincenzo scelse di affidare il neonato al brefotrofio provinciale, in attesa di tempi migliori. Quando si risposò e decise di riportarlo a casa, gli fu detto che il bambino era stato adottato negli Stati Uniti (dal brefotrofio provinciale fu trasferito prima in una comunità per bambini ad Arborea e successivamente a Oristano). L’uomo cercò per tutta la vita di ritrovare suo figlio, senza mai riuscirci. “Ho sempre sentito parlare di zio Luciano, per questo durante la pandemia ho deciso di ricominciare a cercarlo, e ritrovarlo è stato bellissimo, mi dispiace solo che suo padre, andato via 10 anni fa, non abbia fatto in tempo a conoscerlo”, spiega Veronica. “Vogliamo divulgare la nostra storia per lanciare un messaggio di speranza a chi come noi ha il desiderio di ritrovare un congiunto adottato negli Usa, non è un’impresa impossibile”.


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