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“Fattanza”, “trippanza” sono solo alcuni termini dello slang usato dagli adolescenti di oggi. Uno su tre anche in Sardegna dai 13 anni in su, fa uso di sostanze stupefacenti e anche di super alcolici. Il fenomeno del poliabuso non fa distinzioni di sesso, di età e “classi sociali”. Sui profili Instagram e Facebook di molti adolescenti cagliaritani, spesso aperti e senza nessun tipo di filtro, non è raro, ma anzi ormai la quotidianità, vedere foto e le cosiddette “storie” delle loro bravate.
Non è un film ma la realtà quotidianamente presentata dall’Osservatorio Cybercrime della Sardegna diretto dal dottor Luca Pisano. Nato un anno fa con la collaborazione del Centro di Giustizia Minorile della Sardegna, il Ministero della Giustizia, l’ATS ASSL NUORO, IFOS e Nuovi Scenari, con l’obiettivo di contrastare e prevenire il fenomeno del cyberbullismo e comportamenti devianti.
“Stiamo riscontrando diversi profili social aperti, – spiega il Dott. Pisano – sistematicamente osserviamo post di ragazzi anche delle scuole del cagliaritano che usano stupefacenti, e senza alcuna inibizione postano le loro attività nei social network con video che poi caricano sulle storie che chiunque può vedere. Instagram è infatti al momento il social più utilizzato dai giovanissimi. Postano con molta facilità contenuti sulla presunta e spesso reale attività di uso di sostanze.”
E i genitori che fanno? “Spesso sono lontani dai figli, se sanno qualcosa del mondo reale è tanto, di quello virtuale sono abbastanza disinteressati, perché probabilmente non hanno neanche gli strumenti per controllarli. Noi suggeriamo di prendersi cura di loro, di controllare il loro telefono, le loro attività, il loro modo di parlare e atteggiarsi perché spesso sono campanelli di allarme”.