Addio Fiera a Cagliari il primo maggio, dopo la chiusura scattano i licenziamenti: “Nuovi sardi poveri”

Cancelli chiusi nell’area fieristica per Sant’Efisio, e in contemporanea arrivano gli avvisi di licenziamento per gli operai. L’ira dei sindacati: “Per anni abbiamo chiesto un rilancio, ma a parte il valzer di presidenti e direttori non è stato fatto nulla. La Fiera è morta”


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I cancelli della Fiera restano chiusi il primo maggio, dopo decenni gli stand sono deserti. La decisione presa dall’Ente guidato dalla Camera di Commercio di Cagliari fa discutere e, se per i cagliaritani e i sardi scompare una tappa “obbligata” dopo il passaggio di Sant’Efisio in via Roma, sembra andare decisamente peggio per alcuni lavoratori dell’azienda di viale Diaz. Cgil, Cisl e Uil, infatti, denunciano “la procedura di licenziamento per cinque operai. Un lento declino dell’Azienda Speciale della Camera di Commercio che non ha saputo trovare una seconda giovinezza. Per anni abbiamo chiesto un rilancio dell’azienda rendendoci disponibili a sottoscrivere accordi di flessibilità, congelamenti della contrattazione integrativa, formazione sul personale a fronte di una richiesta di un serio piano di rilancio”, affermano Nella Milazzo, Giuseppe Atzori e Cristiano Ardau. “Oltre ad un valzer dei presidenti e dei direttori non si è registrato nulla di apprezzabile. Solo una gestione che con piani triennali di rilancio teorici, ha decretato prima la morte della Fiera Campionaria e con essa tutti gli eventi fieristici”.

 

E i sindacalisti rimarcano anche che “sollecitiamo da tempo, dal 2013, un confronto serrato sul destino dell’attività del Centro Servizi Per Le Imprese. Che si debba metter mano all’Azienda Speciale e al quartiere fieristico è chiaro a tutti, ma i lavoratori non devono pagare lo scotto più caro. Non staremo con le mani in mano a fare solo i notai e gestire i licenziamenti causati da altri per assoluta inadeguatezza politica. Il territorio paga da troppo tempo nuovi poveri”.

 


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