Addio ai guardrail della morte a Cagliari e in Sardegna: “La vita non ha prezzo”

Troppi motociclisti morti sulle strade dell’Isola, la Regione approva la mozione di FdI ed è pronta a intervenire con Comuni e Anas: “Nell’Isola si muore anche a 30 km orari, servono subito le protezioni sopra i guardrail, ne esistono anche in plastica e in carbonio”. GUARDATE il VIDEO


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di Paolo Rapeanu

Tante, troppe croci sulle strade della Sardegna, i guardrail della morte sono ancora ben presenti a Cagliari e nella maggior parte delle lingue d’asfalto regionali. Cinque morti due weekend fa, che vanno ad aggiungersi ad una lista che, negli ultimi dieci anni, registra un numero a doppia cifra. Adesso la svolta-sicurezza sembra essere più vicina: il Consiglio regionale ha approvato la mozione “salva motociclisti” presenta a da Fratelli d’Italia. E, nei guardrail ghigliottina, presto, dovrebbero arrivare quelle protezioni già realtà su gran parte delle autostrade e superstrade italiane.

“La Regione deve muoversi per far installare sulle strade di tutta la Sardegna, sensibilizzando anche gli enti comunali, per far sì che, in caso di incidente, il corpo del motociclista rimbalzi anziché riportare la gravi conseguenze, inclusa la morte, per colpa degli attuali guardrail tagliola”, spiega il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu, che ha presentato la mozione poi approvata bipartisan. “Anche una sola vita spezzata è un fatto grave, la sicurezza non deve avere prezzo, intervenire su un metro di guardrail per metterlo in sicurezza costa circa cinquanta euro. Dal 2011 al 2016 il costo sociale per le morti su strada è stato di un miliardo di euro”. Michele Vacca, a capo dell’associazione Motociclisti Incolumi, è netto: “Si muore anche andando a sbattere a una velocità di 30 chilometri orari, le protezioni sono di vari tipi, in acciaio, in plastica e in fibra di carbonio”.


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