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Se n’è andato sereno, sulle labbra il solito sorriso sornione che aveva quando dall’altra parte della scrivania commentava i fatti salienti della cronaca cagliaritana o dava un consiglio o faceva una ramanzina al collaboratore di turno prendendolo bonariamente per i fondelli. Giovannino Puggioni, storico capocronista dell’Unione sarda a cavallo degli anni duemila, penna storica e graffiante del giornalismo sardo, era acciaccato da un annetto. Anche i suoi commenti arguti su Facebook erano diventati sempre più rari. Eppure aveva continuato a mettersi a disposizione della categoria e lo scorso dicembre aveva accettato con entusiasmo di candidarsi tra i giornalisti in pensione nel direttivo dell’Assostampa sarda. “Se i colleghi hanno fiducia io sono disponibile”, aveva confidato agli amici di una vita, sperando di rimettersi in sesto in poco tempo. E i colleghi lo hanno eletto.
La rottura del femore, qualche settimana fa, ha purtroppo complicato le cose. Per la verità l’operazione al Santissima Trinità era andata bene e qualche giorno fa Giovannino Puggioni era stato trasferito alla Clinica Lai. Ma ieri sera è sopraggiunta improvvisamente una complicazione, forse una broncopolmonite, che lo ha portato via alla moglie e alle due figlie, Maria Elena e Daniela.
Sassarese doc, Giovannino Puggioni era un cagliaritano adottivo. Dei sassaresi aveva conservato la proverbiale arguzia. Ma amava e conosceva Cagliari come le sue tasche. Cronista di razza, era stato a lungo caposervizio della Cronaca di Cagliari e, da caposervizio, aveva preso a cuore le sorti dei tanti collaboratori che come il sottoscritto gravitavano nella redazione dell’Unione Sarda sperando un giorno di essere assunti dal quotidiano cagliaritano. Assegnava i pezzi, chiudeva un occhio quando facevamo abusivamente le telefonate dalla redazione, assegnava la lunghezza dei pezzi. Ma soprattutto dispensava i suoi preziosi consigli e commentava i fatti di cronaca con quel suo modo inconfondibile di affrontare l’esistenza che lo ha fatto per tutti noi prima di tutto un amico e un maestro di vita.