Accattonaggio, il fenomeno dilaga nelle strade di Cagliari, ma non solo. La Caritas del capoluogo sardo: “la situazione è drammatica ma la soluzione non è la repressione, serve più solidarietà e l’intervento dello Stato per prevenire il problema, perché le istituzioni locali posso fare veramente poco”. Stranieri così come italiani e qualche sardo, ormai si trovano ovunque e la richiesta è sempre la stessa: qualche moneta per potersi comprare da mangiare, o perlomeno così dicono.
“Il fenomeno è allarmante – spiega don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana di Cagliari – causato dall’impoverimento radicale che non lascia scampo, e che per necessità di sopravvivenza costringe alcune persone alla formula della ‘mano tesa’. Purtroppo sono sempre più numerose le persone senza lavoro e neanche un reddito, e che magari hanno a carico una famiglia numerosa. Ma anche ex tossicodipendenti e alcolisti che per sopravvivere sono costretti all’accattonaggio. In questi casi la Caritas interviene offrendo un pasto caldo e con azioni preventive che possano tamponare il dramma della mancanza di soldi. Ma serve l’aiuto dello Stato, e soprattutto un intervento su scala europea per contrastare il fenomeno. La soluzione non è la repressione e il divieto all’accattonaggio per strada: così si lede la libertà personale, e si favorisce il fenomeno delle rapine come sta succedendo da altre parti. La repressione è giusto applicarla nei casi di persone che esigono dei soldi, qui è giusto che intervengano le autorità per garantire la sicurezza pubblica”.