“Abbandonati da Alitalia e Ryanair: la nostra odissea in Grecia”

Quaranta ore in aeroporto per un volo cancellato. L’odissea di due fidanzati cagliaritani Francesco Fuggetta e Alessia Monni


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di Franceso Fuggetta

La nostra odissea in terra greca inizia alle 6 del mattino di martedì 12 settembre, al termine di una vacanza fra Atene, Mykonos e Santorini. Io e Alessia arriviamo in aeroporto per raggiungere la capitale, ma il volo Ryanair delle 8.20 da Santorini ad Atene viene posticipato alle 10, ufficialmente a causa del forte vento che impedisce all’aereo di atterrare sull’isola per poi ripartire.

Aspettiamo seduti nella terrazza dell’area partenze, dalla quale si ha una visuale completa della pista, e notiamo che gli aerei delle altre compagnie continuano a decollare e ad atterrare tranquillamente. Anche il meteo, controllato sul cellulare, ci conferma che si tratta solo di un leggero libeccio. All’orario di imbarco si verifica ciò che avevamo già intuito non vedendo alcun velivolo Ryanair atterrare: veniamo portati nell’area arrivi e lì ci viene comunicato che il pilota non è riuscito ad atterrare e ha dovuto ripiegare su un altro aeroporto. Il volo è cancellato.

Quello successivo sarà all’una di notte: possiamo prenderlo, oppure fare un nuovo biglietto con un’altra compagnia. La seconda opzione è impraticabile, perché sono tutti al completo. È troppo tardi anche per tentare di arrivare ad Atene in traghetto: così perdiamo la coincidenza con i due aerei Alitalia che alle 18.45 ci avrebbero dovuto riportare a Roma e poi a Cagliari. Seguono lunghe ore di code per ottenere informazioni inutili: il personale dell’aeroporto ci consegna un buono da ben 5 euro per il pranzo e ci liquida.

Cerchiamo di annullare il check-in Alitalia per evitare la penale, ma l’app non funziona e il telefono è muto. Prendiamo l’autobus e torniamo per qualche ora nel capoluogo, Fira, dove la proprietaria dell’appartamento che avevamo affittato ci libera dal peso delle valigie e si offre di contattare il Consolato Italiano a Santorini, dove però non risponde nessuno.

Alle 21 siamo di nuovo in aeroporto: chiediamo se ci spetta un buono per la cena, ma ci dicono di no. Mangiamo qualcosa al bar a fianco allo scalo e quando ci ripresentiamo per il check-in ci viene dato un ticket da 20 euro a testa per la cena, ormai inutilizzabile per mancanza di tempo e comunque inutile perché avevamo già cenato. Comunque, all’una e mezza di notte, si parte. I tanti turisti, fra cui una decina di italiani, salutano con un lungo applauso l’atterraggio del Ryanair che in seguito decolla con noi a bordo e poco dopo le 2 arriva ad Atene.

Al banco informazioni ci dicono che gli uffici delle due compagnie aprono alle 4: decidiamo così di aspettare lì, evitando la ricerca di un hotel, che ormai avremmo utilizzato per poche ore e che comunque avremmo pagato di tasca nostra. Ryanair e Alitalia, fondamentalmente, si rimbalzano le responsabilità dell’accaduto e si dichiarano indisponibili a qualunque tipo di rimborso o di assistenza.

Non è finita: Alitalia ci comunica che, trattandosi di biglietti premio Millemiglia, possiamo spostare la data del volo di ritorno solo al 20 settembre: non potendo restare una settimana ad Atene, quei biglietti sono persi. Per di più, non ci sono posti neppure per il giorno successivo, e anche se ci fossero, i due biglietti costerebbero 1.667 euro. Stessi prezzi esorbitanti anche nei giorni seguenti.

Ormai siamo completamente abbandonati al nostro destino: passiamo il resto della notte a parlare con operatori di compagnie aeree e agenzie di viaggio, alla ricerca di una soluzione. Le pochissime opzioni si aggirano sui mille euro, la più conveniente è prendere un volo Turkish Airlines da Atene a Istanbul, stare lì per 9 ore, proseguire per Milano e la mattina dopo arrivare a Cagliari, tre giorni dopo il previsto.

Contattiamo l’Ambasciata Italiana ad Atene, ma gli uffici sono ancora chiusi. L’unico che si offre di aiutarci è il deputato Pierpaolo Vargiu, che presenta immediatamente un’interrogazione ai Ministri degli Esteri e dei Trasporti, allerta l’Unità di Crisi della Farnesina e si tiene in costante contatto con noi.

Nella mattina del 13 settembre, dopo 15 telefonate al call center di Alitalia, tutte interrotte a metà perché cadeva la linea, la versione della compagnia cambia: i nostri biglietti sono ancora validi, e pagando una penale di 110 euro potremo imbarcarci proprio su quel volo che il giorno prima risultava al completo. Partiamo alle 18.45, e dopo lo scalo a Fiumicino arriviamo a Cagliari alle 22, stremati dopo 40 ore di fila senza dormire. L’astuto Ulisse distruttore di rocche, per tornare a Itaca da Troia, impiegò dieci anni: credo che anche oggi, avendo a disposizione Alitalia e Ryanair, l’uomo dal multiforme ingegno avrebbe preferito evitarle e ripetere l’esperienza.