A Selargius il nuovo centro per adulti con disturbi autistici, eccolo in anteprima

Oltre quattromila metri quadri immersi nel verde, con prati all’inglese, cespugli e filari d’alberi. Un piccolo paradiso terrestre delimitato da ampie pareti a vetrate e custodito tra via Allende e Einaudi: è qui che nascerà il nuovo Centro abilitativo destinato ad accogliere adulti affetti da disturbi dello spettro autistico.


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Oltre quattromila metri quadri immersi nel verde, con prati all’inglese, cespugli e filari d’alberi. Un piccolo paradiso terrestre delimitato da ampie pareti a vetrate e custodito tra via Allende e Einaudi: è qui che nascerà il nuovo Centro abilitativo destinato ad accogliere adulti affetti da disturbi dello spettro autistico. La prima pietra è stata messa, con l’approvazione nell’ultima seduta di Consiglio della variante urbanistica, adesso manca solo la firma della convenzione, con la quale il Comune concederà il diritto di superficie per trent’anni, successivamente rinnovabili.

“Un progetto curato nei minimi dettagli e dall’altissimo valore sociale, che consentirà alle tante famiglie che si trovano a vivere con un figlio o familiare autistico di avere un punto di riferimento importante e un’assistenza continua e di qualità anche dopo il compimento dei diciott’anni”, commenta con orgoglio il sindaco Gigi Concu. “Un’età che purtroppo rappresenta una sorta di salto nel vuoto per chi soffre di questi disturbi e si trova in qualche modo abbandonato a se stesso e a scontrarsi con l’assenza di percorsi destinati alla presa in carico e alla valorizzazione delle loro specificità in vista di un inserimento lavorativo e di un’integrazione nella società”.

Limiti che la Fondazione A18, nata come onlus nel 2012, conosce bene e ai quali da anni cerca di dare risposte adeguate e soprattutto concrete. Anche con l’intervento che interesserà il territorio di Selargius, dove sorgerà un centro residenziale e uno diurno, con attività di counselling, parent training, corsi di formazione, seminari e attività di simulimpresa propedeutica all’inserimento lavorativo protetto. “Perché se dall’autismo non si può guarire è comunque possibile e doveroso offrire una vita migliore e dignitosa ai tanti giovani adulti che ogni anno ingrossano le statistiche mondiali, italiane e regionali”, osserva Paola Scano, presidente della Fondazione che ha curato passo dopo passo il progetto, con la mente e con il cuore. “Futuri adulti che a breve avranno a disposizione un nuovo spazio dove poter diventare grandi con i loro tempi, modi e le loro particolarità che li rendono speciali”. E ancor più bisognosi di risposte adeguate ma ancora troppo spesso insufficienti.


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