A San Pietro con Casteddu Online, dove i turisti aumentano sempre

Il nostro inviato Sergio Atzeni a Roma: reportage da una piazza sempre bellissima, tanti fedeli verso la casa del “Papa buono”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Molti dicono che quest’anno a Roma i turisti siano diminuiti e può anche essere, una cosa però è certa: nella basilica di San Pietro i visitatori sono sempre in aumento.

Infatti già la fila per superare i controlli nella piazza è lunghissima e questo tutti i giorni e a tutte le ore. Poi superata la barriera è costante il fiume di persone che cerca di guadagnare l’ingresso del più grande tempio della cristianità. Una volta dentro la prima tappa più gettonata sta sulla destra dove, ben protetta da un cristallo antiproiettile, svetta la pietà di Michelangelo scolpita intorno al 1498 quando il sommo artista aveva circa 20 anni e che ancor oggi lascia stupefatti per la sua plasticità e la sua aderenza alla realtà. L’immagine della Vergine Maria distrutta dal dolore che mostra il figlio morto colpisce anche per la sua tragicità e per questo molti rimangono stupefatti nell’ammirare quel capolavoro immenso.

Più avanti un’altra sosta obbligata per i pellegrini è costituita dalla tomba di San Giovanni Paolo II che raccoglie davanti a sé tanti assorti in preghiera. Il papa “venuto di lontano” suscita commozione e il suo ricordo è ancora presente tra i tanti fedeli che lo hanno amato in vita e continuano ad amarlo ora da santo.

Più in là la salma mummificata di San Giovanni XXIII che ha sempre davanti tanti fedeli che pregano, il papa che durante il suo pontificato diede un contributo importante per la modernizzazione della chiesa. Il “papa buono” che i credenti amano ancora e ricordano con devozione la sua famosa frase che entrò nel cuore di tutti: “Tornando a casa, troverete i bambini. Date loro una carezza e dite: Questa è la carezza del Papa. Troverete forse qualche lacrima da asciugare. Fate qualche cosa, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nell’ora della tristezza e dell’amarezza”

San Pietro il tempio della cristianità è sempre invaso da persone che arrivano da tutte le parti e anche da molti non credenti che sanno che in quella mirabile basilica c’è la concentrazione di storia, arte e religione. Il visitatore ha come meta anche le grotte cioè i sotterranei nei quali si scende in silenzio, dove sono sepolti tanti pontefici tra i quali Giovanni Paolo I, il papa che morì dopo un mese di pontificato. Un papa che già dalle prime sue battute mostrava la sua bontà e in tutti è rimasta l’impressione che avrebbe dato un contributo importante per la trasformazione delle istituzioni e la modernizzazione della chiesa. Ora è lì nella sua tomba quasi abbandonato e solo in pochi si fermano un momento per pregare.

Più avanti il Beato Paolo VI nella sua ultima dimora scavata nella terra, come volle espressamente. Un papa che successe al grande Giovanni XXIII e che appena eletto ebbe a dire “Forse il Signore mi ha chiamato a questo servizio non già perché io vi abbia qualche attitudine, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa”.

Più avanti riposa Bonifacio VIII il cui pontificato durò dal 1294 fino al 1303 e che è legato alla storia della Sardegna perché istituì il “Regnum Sardiniae et Corsicae” nel 1297 e lo consegnò ai sovrani d’Aragona che ebbero così il diritto di conquistare l’isola. Le sorti della Sardegna con quell’atto cambiarono radicalmente, il giudicato di Arborea allora unico stato indipendente nell’isola, poteva in teoria rendere indipendente la Sardegna (In quel periodo vi erano Pisani, Genovesi e famiglie nobili come Doria e Malaspina che si spartivano il territorio). La proclamazione teorica del regno di Sardegna da parte di Bonifacio VIII consegnò invece agli iberici l’isola nella quale portarono il feudalesimo e tanto malgoverno. La chiesa creava regni e nominava sovrani poggiandosi su un documento che si poggiava sul “Costitum Costantini” (Donazione di Costantino) il quale sosteneva che Costantino morendo avrebbe lasciato alla chiesa di Roma quelle facoltà. Peccato che nel 1440 Lorenzo Valla scoprì e denunciò al mondo che quel documento fosse falso. 


In questo articolo: