
Cagliari Online, il 13 agosto scorso, ha pubblicato la notizia dell’appello di un 56enne quartese, Ignazio Piddiu, senza un tetto sopra la testa da due mesi: Ho fatto per anni l’imbianchino, le assistenti sociali del Comune non mi hanno aiutato. Voglio lavorare, ho una mia dignità”. E arriva la replica dell’Ordine regionale degli assistenti sociali: una lettera nella quale c’è un’accusa pesantissima contro l’amministrazione Delunas: “Nella pianta organica del Comune sono previsti 18 assistenti sociali, tuttavia i dipendenti in ruolo sono solo 9. La reale presenza in servizio, a seguito di motivazioni di salute, è attualmente di sole 4 unità. Tale, gravissima, carenza di organico non consente di esercitare le funzioni specifiche del servizio sociale, di adempiere ai doveri istituzionalmente in capo all’ente locale, nonché di offrire ai cittadini quartesi, soprattutto i più bisognosi e fragili, servizi sociali di qualità”. Ecco, di seguito, lo scritto inviato dalla presidentessa del Croas Sardegna, Marina Piano.
“Il Consiglio dell’Ordine Regionale degli Assistenti Sociali della Sardegna ha svolto proprio al Comune di Quartu una delle azioni più rappresentative del primo anno di mandato. Nel mese di giugno 2018 si è tenuta, proprio presso la sede comunale, una riunione straordinaria del Consiglio dell’Ordine per discutere e far emergere la drammatica situazione del servizio sociale comunale della città. Alla seduta hanno partecipato i rappresentanti istituzionali, sindacali, e i dipendenti del Comune di Quartu. Durante il consiglio straordinario, del giugno scorso, il primo cittadino ha analizzato con il nostro Consiglio le problematiche che possono aver determinato l’attuale situazione, e contestualmente si è impegnato ad incrementare le risorse per i servizi ai cittadini e alle famiglie. Aveva inoltre annunciato imminenti assunzioni, proprio sulle attività di contrasto alle povertà. Ad oggi, trascorsi tre mesi, nulla è cambiato. L’amministrazione, invitata, da questo Consiglio, a fornire un aggiornamento in merito, non ha ancora risposto, né con una nota di riscontro né con i fatti. Le assunzioni annunciate dal sindaco, non sono state realizzate. Sembrerebbe che solo in autunno verranno assunti alcuni professionisti assistenti sociali, reclutati attraverso le risorse del cosiddetto Pon Inclusione e dunque esclusivamente impiegati nella gestione della misura Rei nazionale e Reis regionale. Questi non saranno destinati solo al Comune di Quartu, bensì all’intero ambito Plus e comunque non potranno occuparsi delle funzioni specifiche del comune. Le 4 assistenti sociali in servizio, per il tramite di un dirigente che nulla può in carenza di risorse, ricevono dall’amministrazione rassicurazioni e promesse, sistematicamente disattese. Le risorse per i servizi alla comunità sono inesistenti. I pochi servizi garantiti sono quelli di grave emergenza o disposti dall’autorità giudiziaria, tra cui gli inserimenti in comunità per i minori. Purtroppo le professioniste in servizio non possono occuparsi delle altre situazioni di difficoltà, sofferenze e bisogni dei cittadini. Per cui è possibile che il signor Piddiu non abbia ricevuto risposte dal servizio sociale comunale, è possibile anche che molti altri cittadini quartesi non abbiano ricevuto e non riceveranno alcuna risposta dal servizio sociale comunale, ma non certo per manchevolezze legate ai professionisti. Non riceveranno risposte perché la loro amministrazione non ritiene i suoi cittadini meritevoli di un servizio sociale di qualità, non ritiene di dover destinare a questo servizio risorse umane che possano rendere tale diritto esigibile e reale. Ci colpisce e ci amareggia che nel frattempo l’amministrazione si occupi di argomenti che nell’economia di una città come Quartu possono essere sicuramente nevralgici per consentire respiro alle casse del Comune, ma che, agli occhi del signor Piddiu e dell’intera comunità professionale, sanno di ridicolo e di scherno”, così si legge nella nota inviata a Cagliari Online, citando, con tanto di link, il nostro articolo sulla ricerca, da parte del Comune, di una spiaggia adatta ad ospitare i nudisti. “Tutto ciò mentre le poche professioniste in servizio, nella solitudine e senza il supporto dell’amministrazione, continueranno con tutte le loro forze, coraggio e professionalità a fare il possibile e anche l’impossibile”.