Zombie. Meglio, “smombies”, con le parole “smartphone” e “zombie” che ben si uniscono per descrivere, in modo chiarissimo, una nuova categoria di “persone dipendenti” da qualcosa. Quel qualcosa è il cellulare: acceso e connesso a internet in ogni istante, tra notifiche dei social ed email che arrivano, a seconda delle ore, anche in modalità quasi non stop. Il problema, però, non è tanto legato al controllo costante di messaggi e “reazioni” social, quanto al fatto che, anche quando si attraversa una strada a piedi, gli occhi di molti cagliaritani rimangono incollati allo schermo. Con tutti i rischi che ne conseguono: in più di un’occasione un pedone è stato investito perchè non si è reso conto che, magari, il semaforo era rosso o che le strisce pedonali distavano qualche metro. Disattenzioni causate, anche, dai telefonini. A Cagliari non c’è nessuna ordinanza che preveda sanzioni per chi cammina e si “distrae” guardando lo smartphone, al contrario di altre realtà sarde, su tutte Sassari, dove la sanzione è di circa venti euro. Nel capoluogo della Sardegna, invece, gli automobilisti sono costretti a tenere sempre gli occhi bene aperti e a “consumare” il clacson per richiamare l’attenzione dei pedoni distratti. Luca Pisano, direttore dell’osservatorio Cybercrime Sardegna, conosce alla perfezione il “fenomeno” degli “smombies”, anche perchè, da quando i cellulari sono connessi alla rete, tutti hanno tutte le applicazioni di messaggistica istantanea anche di quei social tanto conosciuti (Facebook e Instagram su tutti) che, a volte, si trasformano in delle “trappole” per i giovanissimi, tra messaggi “proibiti” e tentativi di truffe da parte di alcuni utenti.
“Basta girare per Cagliari, tantissimi ragazzini ‘zombie’ che attraversano anche non rispettando le strisce perchè stanno guardando il telefonino. Purtroppo è un problema che riguarda anche gli adulti, si tratta di una sorta di dipendenza molto forte e noiciva”, spiega Pisano. “C’è sempre questa esigenza di essere connessi, dalla mattina alla sera, che ha preso piede soprattutto nell’ultmo decennio. Non siamo più allenati a pensare che si deve fare una cosa alla volta: mangiare, camminare, lavorare”. Insomma, la vita va al ritmo dei “trilli” degli smartphone. “Se il Comune facesse le multe anche ai pedoni distratti, i pericoli potrebbero diminuire. In posti come Los Angeles, Honolulu o la Lituania è già realtà. In Olanda, invece, i semafori pedonali ‘sparano’ una luce bianca verso terra, in modo da ridurre i possibili incidenti. Purtroppo, se oggi ci sono tanti ‘zombie tecnologici’ in giro”, conclude Pisano, “è colpa soprattutto dello Stato. Per favorire il super capitalismo sempre più imperante, infatti, non ha mai previsto i corsi per ottenere il patentino digitale”. Un primo caso, in effetti, c’è, ed è stato registrato in Toscana, a cura del Corecom. Ma dai palazzi romani del potere politico, sinora, non è stata presa nessuna decisione in tal senso.