“A Cagliari molte cassiere mandate in ferie forzate con la scusa del Coronavirus, è illegale”

Le vacanze? Obbligate e a casa, vista l’emergenza. La denuncia dell’avvocato Benevole: “Ferie imposte dai datori di lavoro, hanno anche stravolto i turni: qualche lavoratrice coraggiosa si è opposta, sono già partite le diffide”


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In vacanza nel pieno dell’emergenza Coronavirus. “Ferie forzate”, come denuncia l’avvocato cagliaritano Gianni Benevole, che ha già tra le mani diversi casi di lavoratori e lavoratrici che si sono ritrovati, quasi di punto in bianco, a dover consumare giorni di ferie che non avevano chiesto o concordato. Un andazzo che, stando al legale, avverrebbe soprattutto nella grande distribuzione organizzata. Benevole ha inviato alla redazione di Casteddu Online una lunga e dettagliata lettera che ben fotografa quella che è una situazione che starebbe andando avanti da quando è scattato il lockdown. Ecco, di seguito, le sue parole.

“Numerose aziende durante questo periodo hanno dovuto modificare la loro organizzazione. Non sempre, tuttavia, questo è avvenuto con modalità corrette e lecite, parlo di grosse imprese dalle dimensioni importanti che come al solito fanno la voce grossa. Uno degli istituti ai quali i datori di lavoro stanno maggiormente facendo ricorso, spesso con abusi, sono le ferie. Ferie forzate, imposte unilateralmente ai dipendenti. Sotto il profilo normativo, oltre alle disposizioni interne e comunitarie, l’articolo 36 della nostra Costituzione prevede la non rinunciabilità del diritto alle ferie, attribuendo alle stesse rango costituzionale. In generale, in periodi ordinari, queste vengono assegnate per metà dall’impresa, sulla base delle proprie esigenze e per la parte restante tenendo conto degli interessi del prestatore di lavoro. Cosa è accaduto in questo periodo? Per via della nota situazione di emergenza, il Dpcm dell’11 marzo 2020 ha previsto l’osservanza di misure restrittive nell’intero territorio nazionale per il contenimento del Covid-19.  Il protocollo interconfederale del 14 marzo 2020 per le attività di produzione “raccomanda” che ‘siano incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva’”.

“Di fatto, tantissimi lavoratori si sono visti imporre, senza il loro consenso, numerosi giorni di ferie. In certi casi questo è accaduto con modalità a dir poco “discutibili” per non dire vessatorie. Mi sono stati segnalati casi di cassiere che si sono viste sottoporre alla loro firma il prospetto di variazione dei turni di lavoro, indicanti due giorni di ferie, mentre – sotto stress – battevano la spesa di fronte a file lunghissime di clienti. Nessuna possibilità di confronto, ma soprattutto nessuna chiarezza sulle reali motivazioni di questa imposizione. Qualche lavoratrice coraggiosa si è giustamente opposta. Ha fatto bene. Si tratta di condotte illecite, rispetto alle quali sono state già fatte delle diffide, poiché in alcun modo giustificate e giustificabili anche in una fase come quella attuale. È evidente infatti che da una mera “raccomandazione”, contenuta in una fonte di rango secondario come il Dpcm 11 marzo 2020, non possa derivare assolutamente una deroga alla disciplina prevista in materia di ferie, così da attribuire al datore di lavoro il potere della loro imposizione unilaterale e arbitraria senza il consenso o quantomeno senza l’adeguata informativa per il lavoratore. Se il discorso che precede rileva per le ferie maturate è pacifico che non possano essere intaccate le ferie maturande”.


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