A Cagliari l’esercito dei genitori disperati: “Prima donavano, ora chiedono vestitini e cure per i figli”

Con lo stipendio sicuro hanno regalato alle associazioni di volontariato culle, passeggini e abitini per i bimbi meno fortunati. Poi, tra Covid e crisi, hanno perso il lavoro e sono diventati i primi a chiedere aiuto. Eleonora Galia: “Duecento coppie al mese, tra loro tanti volti giovani e conosciuti: prima della pandemia portavano tanti doni, adesso non hanno più nulla”


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Sono passati dal poter fare beneficenza a tendere le mani per chiedere aiuti. Non soldi, attenzione: vestitini, culle, girelli e materassi. Sono i genitori (tantissimi tra Cagliari e provincia) che, per colpa del Covid e della crisi, si ritrovano a dover fare i salti mortali per non fare mancare nulla ai propri figlioletti. “Coppie giovanissime”, ma anche “tante trentacinquenni con i figli adolescenti”, spiega, sin da subito, Eleonora Galia, presidentessa dell’associazione “Il sogno di Giulia Zedda”, realtà che da cinque anni si occupa di aiutare le famiglie in crisi e che ha la sede in via Baronia. Non è il solito drammatico report legato alla povertà: in questo caso, infatti, è più corretto parlare di nuovissime povertà. Stipendi sicuri andati in fumo in un batter d’occhio, sul groppone resta l’affitto o il mutuo delle casa e una giovane vita alla quale garantire serenità: “La miseria sta aumentando sempre di più. Chiedono i corredi nascita e i passeggini. Sono persone che conosco bene, solo uno o due anni fa erano venute nell’associazione con buste piene di doni. Ora, invece, non possono più comprare nulla”. E allora, visto che la generosità di chi può ancora donare non manca, mamme e papà possono avere “i vestiti giusti per i propri figli per tutte le stagioni. In questo periodo stiamo dando pantaloncini e magliette, è primavera. Tante mamme single arrivano con la loro madre e, in braccio, il bimbo. Ieri, per citare uno tra i tanti casi, una coppia di Elmas ha bussato alla porta dell’associazione: la madre non lavorava, il padre aveva perso il lavoro, gestiva un piccolo negozio”.
Ma gli sos sono tantissimi e variegati: “Giovani diplomati o addirittura laureati che non trovano un nuovo lavoro. Nell’ultimo mese le richieste sono calate ma perchè una parte delle persone che aiutiamo avevano avuto il Covid. Arrivano da Cagliari e dall’hinterland, ma anche da San Giovanni Suergiu e Terralba. Grazie al grande cuore di alcuni medici e dentisti, i piccoli riescono a essere visitati e curati gratuitamente”. Gli aiuti, per quanto possibile, sono garantiti, in parallelo con un abbraccio e un sorriso, che non deve mai mancare. Ecco perchè, proprio oggi, nella sede de “Il sogno di Giulia Zedda” è in programma un pomeriggio di gioia e spensieratezza per i più piccoli: “Potranno giocare e svagarsi, per un paio d’ore, con Superman”.


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