“Ti vogliamo sindaco della Sardegna”. Primi cittadini pro Zedda per le regionali: ecco i nomi

Mauro Usai di Iglesias e Matteo Aledda di Sinnai. Sono alcuni dei 130 firmatari della lettera che invita Massimo Zedda a scendere in campo per la corsa alla poltrona più importante di viale Trento. “Caro Massimo, la tua esperienza amministrativa parla chiaro. Ti chiediamo di esserci”


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Mauro Usai sindaco di Iglesias e Matteo Aledda, sindaco di Sinnai. Sono alcuni dei 130 firmatari della lettera che invita Massimo Zedda, primo cittadino cagliaritano alla candidatura per la poltrona più importante di viale Trento. Ma gli altri, a cominciare da Emiliano Deiana presidente dell’Anci, non confermano affatto di avere firmato la lettera dopo le prime indiscrezioni.

Il sindaco del capoluogo, secondo il centro sinistra, grazie alla alla fama di “uomo del fare” ed estraneo all’ancien regime della politica sarda, è l’unico nome capace di recuperare parte del consenso che da sinistra, alle ultime elezioni politiche, è andato al Movimento 5 Stelle. Paradossalmente, anche il centrodestra spera in Zedda. Perché un calo dei “grillini” potrebbe favorire la coalizione che, probabilmente, sosterrà Solinas e che, stando ai sondaggi, si gioca contro Mario Puddu la corsa alle  regionali.

Sarebbero 130 i sindaci sardi a sostegno di Zedda. Ecco il testo della lettera:

“Caro Massimo, le elezioni regionali sono vicine, e sentiamo il bisogno di essere parte di una battaglia politica che non può prescindere dalla prospettiva di chi vive il territorio quotidianamente, con le difficoltà e le attese di tutti i giorni. Siamo sindaci in Sardegna, sindaci come te, e come te ci riconosciamo in quei valori sociali e politici che rendono ancora attuale e viva la storia della nostra autonomia. Oggi, però, non basta più parlare di vecchie appartenenze, abbiamo bisogno di guardare oltre, se vogliamo costruire un nuovo progetto per la Sardegna. Essere sindaci significa farsi carico dei problemi, mettersi al servizio dei propri cittadini, risolvere i loro problemi, spesso essere semplicemente vicini, sempre sinceri e disponibili. Noi siamo quel che facciamo, ed è su quel che facciamo che veniamo giudicati. Caro Massimo, la tua esperienza amministrativa parla chiaro. E’ un’esperienza di buongoverno, un caso nazionale, quello di chi è giudicato bene perché ha fatto il bene dimostrando che si può fare e migliorare, senza essere disfattisti. E la Sardegna, oggi, non ha bisogno di disfattisti, come di avventurieri o vicerè, ma di governanti coscienti del proprio ruolo, capaci di guardare avanti e di guardarsi intorno, in Europa, a partire da noi, da qua, dai nostri territori, dalle comunità, dalle tante isole della Sardegna. Noi siamo sindaci che hanno fatto e fanno ciascuno la loro parte nei rispettivi territori, ma senza unire le tante isole, le tante comunità che guidiamo e rappresentiamo, non verrà fuori una Sardegna unica e unita, la comunità che é e che vuole crescere e non fallire. Noi vogliamo una Sardegna delle ragazze e dei ragazzi che cresca e si sviluppi, che li renda orgogliosi di esserci e restare; una Sardegna che si unisca in un progetto di democrazia, dialogo, ascolto e partecipazione. Noi vogliamo una Sardegna democratica e libera, guidata da qui e non da Roma o Milano, da un sindaco tra la gente e non da un presidente distante e isolato; un sindaco che sappia fare e sappia stare, da subito, vicino alle ragazze e ai ragazzi, a chi è più fragile, a chi vuole scommettere e credere in una nuova stagione di progresso e crescita della nostra isola. Un sindaco capace di ascoltare e confrontarsi, con pazienza, intelligenza e capacità. Un sindaco per fare il sindaco della Sardegna. Per questo ti chiediamo di metterti a disposizione della nostra terra. Per questo, Massimo, ti chiediamo di esserci. Un gruppo di Sindaci”.