Verso Oriente, itinerari femminili in mostra a Barumini

Barumini, Centro di Comunicazione e Promozione del Patrimonio Culturale “Giovanni Lilliu”. 16 Febbraio > 26 Maggio 2019
Inaugurazione Sabato 16 Febbraio ore 17.30


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Tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento un ‘polline’ leggero trasportato da silenziose brezze orientali giunse in Occidente e, spargendosi, diffuse un nuovo modo di percepire, osservare e raccontare la bellezza, l’esotico, l’altrove: nasceva le Japonisme. Il Giappone fuori dal Giappone assunse esiti originali e di elevata qualità artistica ed estetica; dalla moda alla letteratura, dalla poesia al teatro, dalla musica alla pittura, dalla scultura alle arti decorative, tutto fu investito, stimolato, influenzato e rinnovato dal gusto per le “cose giapponesi”. La Terra del Sol Levante divenne ambientazione privilegiata di vicende tragiche, romantiche e sensuali dal tòpos ricorrente: il dualismo Occidente/Oriente – uomo/donna, che trovò una delle sue massime espressioni nella trama della Madama Butterfly, storia che tuttavia si distingue dalle altre perchè basata su una vicenda realmente accaduta. L’opera, magistralmente musicata da Puccini, debuttò alla Scala di Milano il 17 Febbraio 1904. Nel 115° anniversario dalla prima, il Centro di Comunicazione e Promozione del Patrimonio Culturale “Giovanni Lilliu” di Barumini inaugura la programmazione annuale con la mostra Verso Oriente. Itinerari Femminili. Il progetto, curato da Anna Rita Punzo con la consulenza scientifica di Franca Ermini, definisce un percorso polisemico che è al contempo un’escursione nel tempo e nello spazio, un focus sulla figura femminile e sullo sguardo maschile, un viaggio tra le recenti produzioni artistiche di quattro esponenti del panorama regionale: Gavino Ganau, Vincenzo Pattusi, Pietrina Atzori e Barbara Pala. La quotidianità che emerge dai frames pittorici di Gavino Ganau, accoglie e conduce in un peculiare universo filmico che dal contemporaneo muove a ritroso nel tempo, fino all’America operaia fotografata da Alfred T. Palmer nel ’42. I soggetti ritratti sono esclusivamente donne, forti e vulnerabili, assorte nel lavoro e nei propri pensieri, immerse nello spazio che le circonda e alienate dal contesto, non semplici comparse ma protagoniste, eroine che incarnano caratteri ed emozioni universali. In questa realtà artistica pop e contemporanea, caratterizzata da colori brillanti e piani definiti, si innesca e lentamente propaga lo stesso ‘polline’ leggero che si diffuse nell’Europa di fine ‘800, quel fascino per la cultura giapponese che oggi alimenta nuovi esiti artistici ed ibridazioni originali, come le opere della designer Barbara Pala e della fiber-artist Pietrina Atzori. Barbara Pala realizza il poetico volo di origami in broccato e damascato, metafora visiva del viaggio Verso Oriente; Pietrina Atzori scrive una preziosa pagina di alta manifattura artistica confezionando un double-kimono Boro Boro da materiali tessili di recupero. L’opera, simbolo di traformazione e rinascita, incarna l’ossimoro della “perfetta imperfezione”, l’ideale di bellezza proprio dei princìpi etici ed estetici di sobrietà, semplicità e modestia. All’Oriente guarda anche il repertorio di Geishe firmate da Vincenzo Pattusi, una policroma e sensuale galleria di sguardi criptici, gesti accennati e pose ieratiche, in cui convivono armoniosamente sensibilità artistica contemporanea e colto citazionismo. La resa e l’accostamento dei colori sono i principali elementi strutturali dell’immagine e rispondono ad un attento criterio di relazioni ed equilibri. Anche le fanciulle di Pattusi come quelle di Ganau incarnano caratteri ed emozioni universali: sono donne assorte, immerse nello spazio che le circonda ma al contempo distanti da quel luogo, delicate come fiori e robuste come salici, non semplici comparse ma protagoniste di odierni Itinerari Femminili.