Verdura? Meglio gli alcoolici: le “cattive abitudini” dei giovani sardi

Forte aumento del consumo di birra, vino e amari soprattutto tra i giovani. Un’insalata? Snobbata senza troppi complimenti. I sardi si confermano “amanti di Bacco” e, almeno una volta, il 21% di loro ha mischiato vari tipi di alcolici. I dati dell’Istat. E voi, siete più attratti da un’insalata o da una birra?


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Stili di vita? Forse, meglio chiamarli “non stili” di vita. Sempre meno verdura nei piatti dei sardi, sempre più alcol dentro i bicchieri. In un mondo nel quale si affacciano nuove cause di morte, legate al proliferare di virus, l’alcol continua a essere molto consumato in tutta l’Isola. Nel 2013, il 21,7 per cento dei giovani sardi, almeno una volta, ha “scelto” di rischiare con l’alcol, consumandone più del dovuto: 7 punti percentuali in più rispetto al dato nazionale, una situazione imputabile in larga parte al consumo di quantità eccessive in una singola occasione (binge drinking) e con una maggiore diffusione nei maschi (29,9 per cento) rispetto alle femmine (13,3 per cento).
“È noto che cattive abitudini alimentari influiscono sul peso di una persona e che l’eccesso ponderale costituisce un rilevante fattore di rischio per l’insorgenza di alcune patologie metaboliche, cardiovascolari e tumorali, soprattutto in alcune fasi del ciclo di vita”, scrive l’Istat. In Sardegna, il 69,1 per cento delle persone di 18-34 anni è in condizione di normopeso, una su cinque presenta problemi di eccesso. In linea con il dato nazionale, i giovani che hanno dichiarato di praticare almeno un’attività fisica nel tempo libero (di tipo leggero, moderato o intensivo) sono il 66,%, mentre il 33 non pratica nessun attività. Riguardo all’alimentazione, i giovani sardi che hanno dichiarato di consumare almeno una porzione di verdura al giorno sono il 38,5 per cento (più le ragazze dei ragazzi della stessa fascia d’età). Dati decisamente distanti dalla media nazionale (7 punti percentuali in meno). In Sardegna, nel 2013, le persone che hanno dichiarato di stare bene o molto bene sono il 66,2 per cento, un livello tuttavia inferiore alla media nazionale (71,1 per cento). “Gli indicatori di salute, basati sulla presenza di patologie croniche, segnalano una presenza di persone con problemi di morbosità cronica grave e multicronicità più elevata rispetto ai valori nazionali, in particolare per il genere femminile con scarti fino a otto punti percentuali. Il 13,7 per cento della popolazione adulta dichiara di essere affetto da una malattia cronica grave (11,5 per cento a livello nazionale) mentre il 16,5 per cento presenta problemi di multicronicità, cioè dichiara di soffrire di almeno tre malattie croniche (11,4 per cento a livello nazionale). In linea con il dato nazionale, le malattie croniche più diffuse sono l’artrosi e l’artrite (18,9 per cento), quelle cardiovascolari, la cefalea e l’emicrania ricorrente e le malattie allergiche”, così, ancora, l’Istat.


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