Turismo in Sardegna, gli hotel spendono troppo per booking online

Le vendite dei posti letto basate sui portali di booking online ogni anno drenano ingenti risorse agli albergatori della Sardegna


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Le vendite dei posti letto basate sui portali di booking online ogni anno drenano ingenti risorse agli albergatori della Sardegna, e questi soldi invece potrebbero essere investiti per consolidare l’immagine delle attività ricettive. A rivelarlo è Francesco Arippa, esperto di marketing e responsabile commerciale per il sito web Hotelsinsardina.org.

Secondo Arippa, infatti, gli albergatori sardi spendono anche centinaia di migliaia di euro all’anno in commissioni per le vendite avvenute sui siti di prenotazione: in media portali come Booking chiedono il 15 per cento di commissioni su ogni vendita, e la percentuale in alcuni casi arriva anche al 18 o al venti. «Stiamo parlando di cifre molto elevate, – spiega Arippa, che ha alle spalle alcune solide esperienze nel settore, tra cui una nel colosso spagnolo Atrapalo – in media i proventi dai portali di booking online pesano tra il sessanta e il settanta per cento sui profitti di un albergo: in pratica un hotel che fattura un milione di euro dovrà spenderne circa cento mila in commissioni, e questo denaro ovviamente andrà ad arricchire altri territori».

Di conseguenza è impossibile non pensare a cosa si potrebbe fare se le cifre riversate ai grandi portali fossero invece utilizzate annualmente da ogni singolo operatore per migliorare la propria immagine e presenza sul web. «Non sappiamo per quanti anni ancora il filone del booking online avrà successo – dice Arippa – sebbene infatti sia un panorama virtuale quasi idilliaco, i portali di booking online nascondono un’altra faccia della medaglia: i clienti hanno perso ormai il contatto diretto con l’albergatore e inoltre lo stesso imprenditore offre tariffe e servizi uguali a quelli che si possono trovare sui portali web. Dal punto di vista dell’albergatore c’è da notare un certo atteggiamento di passività e scarsa creatività dovuto al fatto di non dover cercare nuovi clienti o quasi: è infatti sufficiente caricare la disponibilità ed il prezzo di un determinato numero di camere sui vari portali ed il gioco è fatto». Secondo Arippa, che ha voluto così lanciare il guanto di sfida agli imprenditori del settore e allo stesso tempo stimolare il dialogo sul tema, si potrebbe ottenere un tornaconto più redditizio e duraturo creando, per esempio, un reparto dedicato al marketing on-line in ogni azienda. Questo porterebbe nuovi posti di lavoro e sarebbe soprattutto un paracadute per il futuro turistico in Sardegna sempre più minacciato dai paesi concorrenti.