Svolta Villa Asquer: diventerà il rifiugio notturno per i senzatetto

Importante decisione della Caritas per l’allarme nuovi poveri a Cagliari: di giorno Villa Asquer sarà utilizzata per laboratori sociali e culturali, di notte sarà il rifugio per barboni e senzatetto


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Villa Asquer, la struttura ora sarà destinata all’accoglienza notturna dei senzatetto, e di giorno per laboratori culturali e sociali. Decisione che va incontro anche all’allarme nuovi poveri, che proprio a Cagliari, così come in tutta l’isola, riguarda un terzo della popolazione: persone che hanno perso il lavoro, senza più risparmi dopo anni di crisi, e che non possono accedere al credito per mancanza di garanzie. L’annuncio arriva dalla Caritas diocesana di Cagliari, a cui la Regione ha affidato la gestione dell’immobile di viale Ciusa, e che nei mesi scorsi aveva deciso, suscitando numerose polemiche, di destinare temporaneamente a una famiglia di rom. “Per queste persone – spiega don Marco Lai, responsabile della Caritas – è stata trovata un’altra sistemazione. Ora nella villa si andrà avanti con il progetto di accoglienza notturna per i senza fissa dimora, e di giorno un progetto culturale-sociale, con laboratori che coinvolgeranno le disabilità di Cagliari e le loro famiglie”.

Nei mesi scorsi la Caritas aveva deciso di utilizzare la villa per ospitare una famiglia di rom per qualche settimana, tempo che poi si è prolungato per mesi. Non poche le polemiche che ne conseguirono sia tra i residenti, che non condividevano il loro stile di vita, e chi sottolineava che il destino di villa Asquer fosse tutt’altro, non quello di dormitorio d’emergenza. L’immobile infatti è frutto di un lascito del conte progressista Giuseppe Asquer alla Regione, che aveva pensato alla struttura come luogo per studenti meritevoli e poveri. Ora la decisione di usare la struttura per accogliere i senza tetto nelle ore notturne. “Qualcuno probabilmente protesterà ancora – aggiunge don Lai – ma credo sia meglio una polemica su villa Asquer, anziché avere dei bambini morti di freddo come capitava l’anno scorso”.


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