“Stefano Bulla sta facendo lo sciopero della fame da 32 giorni, è vittima di un errore giudiziario”

Il 48enne è stato arrestato in Thailandia e portato nel carcere di Uta. Si trova attualmente ricoverato al Santissima Trinità. L’appello della moglie su Casteddu Online: “Ha perso trenta chili, da qualche giorno ha smesso pure di bere. Troppi errori contro di lui”


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Truffe, riciclaggio, violenza privata: sono queste le accuse mosse contro Stefano Bulla, cagliaritano esperto di arti marziali, per dei reati che sarebbero stati commessi dal 2005 al 2009. L’uomo era stato fermato e arrestato in Thailandia dalle Forze dell’ordine locali, e poi riportato in Sardegna, nel carcere di Uta. Ma l’uomo, da oltre un mese, sta protestando facendo uno sciopero della fame – e, da qualche giorno, anche della sete – che l’ha portato a dover essere ricoverato nel reparto di Medicina 1 dell’ospedale cagliaritano Santissima Trinità. Deve scontare una pena totale di oltre sei anni, Bulla. Non può parlare con i giornalisti, e allora tocca alla moglie, Sabina Locci, cagliaritana di 46 anni, lanciare un appello accorato in favore del marito.
“Ha già perso trenta chili, ne pesava novantanove e ora, al dieci agosto 2018, sessantanove. Sta male, per questo è ricoverato all’ospedale. È vittima di un errore giudiziario, il cancelliere ha sbagliato nel trascrivere una data, e il 2005 è diventato 2006, con la conseguenza che mio marito non ha potuto usufruire dell’indulto. In Thailandia non si stava nascondendo da nessuno, tanto che pubblicava quasi ogni giorno foto sul suo profilo personale Facebook”, dice la Locci, “la pena che gli è stata conteggiata relativa al riciclaggio esiste solo per un errore di trascrizione”. La vicenda giudiziaria non è comunque finita, in autunno sono previste nuove udienze.


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