Cagliari: Zola alla ricerca del modulo perduto

 Occorre trovare finalmente il modulo più adatto alla squadra  e che offra garanzie e certezze ai giocatori


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Natale é finito da un pezzo e con la “primavera” della Roma il modulo ad albero utilizzato da Zola ha messo in evidenza e confermato che la squadra arriva raramente in zona gol e quando ci arriva dimostra di avere grossi limiti in fase realizzativa.

Ora Zola è il suo staff devono tirar fuori gli attributi e lasciar perdere le pressioni e le tante campane che arrivano dalla società e gli spifferi dello spogliatoio. I giocatori ora sono arrivati e la squadra sicuramente può giocarsela con più coraggio e con una mentalità vincente . Dopo gli l’exploit col Cesena e con il Sassuolo, che avevano illuso i tifosi e gli addetti ai lavori, tutto è rientrato nella norma.

E senza punte di ruolo non si va da nessuna parte. Il tanto sospirato centravanti da 15 gol che doveva sbarcare a gennaio ha preso altre strade. E di Gilardino, Osvaldo, Mancosu e addirittura di Pavoletti conosciamo la storia. Se qualcuno costava più di un euro era inarrivabile. Cop e Longo devono ancora crescere e dimostrare il loro valore. Sau resta in panchina o viene utilizzato con altri compiti e la porta la vede con i binocoli.

Prima a Bergamo con l’Atalanta e poi in casa con i giallorossi della Roma si poteva e doveva fare risultato. Preoccupa l’atteggiamento della squadra e sorprendono anche le dichiarazioni del tecnico che sembrano confermare uno stato di confusione sulle scelte e sulle modalità con cui la squadra affronta le partite. In particolare le dichiarazioni su Sau, che il mister ha affermato di non vedere come punta ma come trequartista, la dicono tutta. Ma non c’è più tempo per i se e i ma.

Occorre trovare finalmente il modulo più adatto alla squadra e che offre garanzie e certezze ai giocatori in organico e cioè il 4-3-1-2 , con una possibile variante a seconda dell’avversario, che potrebbe trasformarsi in un 3-4-1-2, come Ventura insegna. Dopo circa due mesi non si capisce ancora come dovrebbe giocare il Cagliari per salvarsi e quale sia il progetto di gioco. Non si capisce perché con la Roma uno dei centrocampisti cardine sia stato sostituito. Crisetig non aveva mai demeritato e non possiamo credere che Conti abbia giocato per il suo certificato di nascita, al di là della prestazione. I numeri nel calcio sono importanti e le statistiche confermano che col nazionale under 21, la squadra ha ottenuto le uniche vittorie e i punti in classifica.

Ci sta che qualche dubbio ci sia stato a gennaio e che la società abbia trasformato la squadra in un cantiere aperto con scelte strategiche di mercato molto discutibili, forse dettate dalla troppa precipitazione e dalla mancanza di esperienza. Non si vende un giocatore di prima fascia nell’ultimo giorno di mercato senza aver individuato un sostituto all’altezza e soprattutto non si sbandierano nomi ai tifosi sapendo che non si può o non sivuole spendere un euro al di là dei prestiti gratuiti a costo zero e senza futuro. Ora occorre riprendere la corsa in maniera decisa e senza paura. Rispetto ai tempi di Zeman l’organico è sicuramente più competitivo e completo ma serve chiarezza e restituire certezze ad una squadra che rischia di retrocedere.

E domenica si va a Torino.

 


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