Sfruttamento, minacce, derisioni e bagni sudici: call center lager a Cagliari

“Un ambiente di soprusi e di minacce per 400 euro al mese, contratti mensili a progetto con bonus irraggiungibili. Se non vengono raggiunti parte la gogna e il licenziamento. Ci viene accordato il permesso di andare in bagno solo dopo otto ore di lavoro, e i servizi si presentano sempre sudici”. Il racconto choc di un lavoratore di un call center a Cagliari


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“Un giovane di 26 anni che ha perso le speranze”, si firma così un nostro lettore, che preferisce restare anonimo per paura di ritorsioni. Accettiamo di pubblicare, quella che definisce lui stesso una situazione surreale nel mondo del lavoro, in un call center a Cagliari, per la gravità delle accuse contenute nella sua denuncia.

“Siamo costretti a lavorare senza il minimo rispetto delle normali norme che dovrebbero tutelare il lavoratore, in un ambiente malsano, pieno di ingiustizie che non rispettano minimamente la dignità della persona- scrive-. Un ambiente di soprusi e di minacce per un tozzo di pane, quello in cui ci troviamo, ma che purtroppo non possiamo cambiare per via di un’offerta mancante nel mondo del lavoro.”

“Siamo dipendenti di un call center dove ogni giorno, con la scusa del contratto a progetto ci costringono a stare immobili, a non rispettare le pause di legge, per uno stipendio di 400 euro al mese- denuncia- il tutto circondato da una direzione assente, e priva di competenze, che pensa solo a guadagnare sulle spalle di noi giovani e non, che dobbiamo andare avanti e non possiamo ribellarci per paura di vedere svanire anche quel poco che ci serve per vivere.”

“Urla, bagni sempre intasati e sporchi, minacce personali. Firmiamo dei contratti mensili a progetto, con dei bonus irraggiungibili. Ogni mese è sempre la stessa storia, se non raggiungi il minimo vieni cacciato fuori, vieni offeso dai tuoi superiori e soprattutto vieni deriso”.

“Non capisco come facciano delle multinazionali ad, affidarsi a queste aziende che lucrano sullo stato di mancanza di lavoro.
Il risultato è che vedi padri di famiglia che cercano di fare di tutto per riuscire a vendere un abbonamento Adsl o un piano tariffario, che fregano chi incosciente è dall’altro lato del telefono, e nella maggior parte delle volte riescono anche ad averla franca.”

“La dignità della persona viene continuamente calpestata, con sistema chiuso di persone che continuano a guadagnare alle spalle di chi, purtroppo, non può fare nulla, nemmeno chiedere di andare in bagno dopo otto ore di telefonate, e quando questo viene accordato, i bagni si presentano in una maniera putrida e schifosa. Una struttura malsana, mentre i responsabili arrivano ogni giorno con delle belle macchine, e si permettono anche di criticare gli operatori per come sono vestiti.

Mi chiedo se è questo, il futuro che vogliamo, mi chiedo se è questo quello che meritiamo, e come mai, i pre-posti competenti non intervengono, visto che la maggior parte di noi non è inquadrata per la mansione che esegue.

Alcuni dei TL sono costretti a negare evidenze e ci hanno avvisato che in caso di controllo dobbiamo negare di essere dei TL, e lasciare il posto a quei pochi assunti regolari, anche loro costretti a demansionamenti e a stare zitti, altrimenti scatta subito il licenziamento.  Siamo tanti in azienda, ma la situazione va ormai cosi da anni, tutti con contratti ridicoli e tutti costretti, per via del mercato del lavoro a sotto stare a certi soprusi.  Vorremmo solo un po di dignità e di rispetto, e una speranza per il nostro futuro.”

 

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