Sciopero al Mediaworld di Sestu: “Dietro ogni lavoratore c’è una famiglia, non siamo numeri”

Sciopero nazionale dei lavoratori Mediaworld, braccia incrociate questa mattina anche a Sestu. Si protesta contro la chiusura di due negozi, il rischio esuberi e il taglio ai salari


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Braccia incrociate come in tutta Italia dei lavoratori Mediaworld anche a Sestu. La protesta indetta da Filcams Cgil, Fisascat  Cisl e Uiltucs  contro la chiusura di due negozi, il rischio esuberi per 130 lavoratori e il taglio ai salari. Dalle 9 di questa mattina picchetto di protesta di fronte la sede del gruppo. I lavoratori non ci stanno.

La crisi era cominciata tre anni fa, quando, – come si legge nel volantino che i dipendenti stanno sventolando in queste ore a Sestu come in tutto lo Stivale, – Mediamarket  annunciò l’intenzione di tagliare mille posti di lavoro. Dopo un serrato confronto con i sindacati, si arrivò al contratto di solidarietà e alla riduzione a 130 degli esuberi. L’’azienda però avrebbe dovuto portare avanti un piano di rilancio che è rimasto inattuato. Il bilancio 2017 si è chiuso con una grave perdita.

Lo scorso 16 febbraio  Mediamarket ha annunciato la chiusura  dei punti vendita di Grosseto e Milano Stazione Centrale, la cessazione definitiva del contratto di solidarietà, che riguarda anche la sede di Mediaworld  a Sassari, con i conseguenti esuberi, e il trasferimento della sede amministrativa. Lavoratori costretti quindi al trasferimento obbligatorio.

“È inaccettabile la chiusura dei negozi –  denuncia una delle lavoratrici oggi in sciopero a Sestu- e il trasferimento dei lavoratori all’improvviso con una distanza superiore ai 100 km e con pochissimo preavviso costringendoli a rinunciare al lavoro. Dietro ogni lavoratore c’è una famiglia ed un progetto di vita che devono essere rispettati”.

IL VIDEO DELLA PROTESTA A SESTU