SardignaLibera: aria sporca di Cagliari e dintorni, come intervenire

Le cause reali dell’inquinamento


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A proposito di inquinamento dell’aria di Cagliari e hinterland, di cui il traffico veicolare, secondo le statistiche italiane è responsabile parzialmente, non vorremo che tutto si risolvesse con targhe pari e dispari, allineandoci al “coro di ipocrisie” di altre città. Con ciò fuorviando l’attenzione dei cittadini dalle cause reali dell’inquinamento e dell’emergenza planetaria ambientale.

Per quanto sia ben nota la relazione tra le emissioni da traffico legate alla combustione di combustibili fossili e gli effetti sulla salute dei cittadini, per l’aria di Cagliari il traffico è purtroppo il male minore. Spesso si omette di citare tra le fonti maggiormente responsabili dell’inquinamento della nostra città, le attività del polo industriale da Sarroch a Macchiareddu con i relativi inceneritori. Attività che meriterebbero di essere monitorate secondo la normativa EU, se non fosse che la Regione Autonoma della Sardegna, a tutt’oggi non si è adeguata a tale normativa su questi temi. E intanto fra i 25000 morti d’inquinamento nell’ultimo anno in Italia, molti sono sardi.    

Benché consolidata la conoscenza sul rapporto tra gli effetti nocivi sulla salute e le dimensioni del particolato aereo, in molte aree sarde strategiche e tra queste Macchiareddu,  si continuano a rilevare solamente le particelle più grosse, i PM 10, ignorando la rilevazione e il monitoraggio dei più insidiosi PM 2,5 e la frazione ultra fine che include le nano particelle, particolarmente responsabili di danni a livello polmonare, cardiocircolatorio, sistema nervoso centrale e di qualsiasi organo.

Tutto ciò in violazione della direttiva europea del 2008 che prevede il rilevamento e la riduzione dell’esposizione al PM 2,5 al di sotto di 20 microgrammi entro il 2015. Naturalmente tutte queste normative in Sardegna sono giornalmente violate.  

Ma nella Terra dei paradossi, dove “resuscita” il carbone da bruciare, fioriscono inceneritori e discariche tutto è possibile.
Claudia Zuncheddu – SardignaLibera