Sardegna in mano alle servitù militari, Pigliaru sfida il governo

Il governatore sardo non firma e denuncia: il 65 per cento delle servitù militari ospitate in Sardegna, popolazione inascoltata


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Sessantacinque per cento di territorio occupato da servitù militari rispetto al totale nazionale: oltre 30mila ettari impegnati dal Demanio Militare, spazi aerei sottoposti a restrizioni o interdetti, 80 km di costa non accessibili per alcuna attività economico-turistica, tre poligoni di tiro: Capo Teulada, Capo Frasca e Salto di Quirra che sono i più vasti d’Europa. Sono i pesantissimi numeri presentati dal governatore Pigliaru oggi nella conferenza nazionale sulle servitù miliari in corso a Roma.

Durante il suo intervento Pigliaru ha così commentato: “Non firmo il protocollo di intesa con il Ministero della Difesa sulle servitù militari, i tempi non sono maturi. Da troppo tempo i sardi protestano ma non vengono ascoltati. Sull’isola insiste, infatti, ben il 65% della servitù nazionali. Si tratta di 30 mila ettari e 80 chilometri di costa interdetti al turismo. Sono numeri enormi che facciamo fatica ad accettare ulteriormente”.

Perdasdefogu, Teulada, Sant’Anna Arresi, Arbus e La Maddalena  sono solo alcuni dei territori che soffrono gravemente la presenza delle servitù in termini di inaccessibilità, mancato sviluppo, tutela ambientale e della salute.

“In tempi di spending review – ha proseguito il governatore – si identificano tagli di spese ovunque, con una sola eccezione: la dimensione dei poligoni militari. Io non sono qui per sentire dire che l’attuale dimensione dei poligoni non è negoziale, è tempo di cambiare copione. Il rischio altrimenti è che si intacchi la fiducia nella leale collaborazione fra i diversi livelli istituzionali”.

Pigliaru ha infine ricordato “l’ordine del giorno votato due giorni fa dal Consiglio regionale della Sardegna che auspica l’impegno per una graduale dismissione dei poligoni e la bonifica dei territori dismessi: ci serve un elenco di questi beni ed una data. Bisogna fare bene e fare in fretta”