Doppia preferenza di Genere, la rete Heminas scrive alla Boldrini

L’appello della rete di donne sarde “Heminas” alla Presidente della Camera: “In Sardegna solo 4 donne su 60 in consiglio regionale, una in più rispetto alla rappresentanza di genere nel 1949. Abbiamo posto l’urgenza di rimediare a questo grave squilibrio, con l’introduzione immediata nella legge elettorale sarda della doppia preferenza”


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Heminas, la rete di donne nata spontaneamente in Sardegna,  che in soli due mesi ha raggiunto 3500 adesioni,  con l’obiettivo di costruire una “società più giusta, senza dicriminazioni, per i diritti e le pari opportunità” scrive a Laura Boldrini. 

Si rivolgono alla Presidente della Camera  come Heminas (Donne nella nobile Lingua Sarda), a lei che ha sempre visto un grande interesse e condivisione sui temi sui quali si battono e per i quali sono nate. Per aiutarle a rimediare sul grave squilibrio della rappresentanza di genere nel consiglio regionale sardo che vede solo quattro donne su sessanta consiglieri. Appena una in più rispetto alla rappresentanza del 1949. 

“Abbiamo  posto l’urgenza del superamento del grave squilibrio di rappresentanza con l’introduzione immediata nella legge elettorale sarda della doppia preferenza di genere, – scrivono nella lettera rivolta alla Presidente Boldrini- come già previsto da alcune leggi elettorali regionali ed esplicitamente indicato dalla Legge n.20 del 2016, la quale ha dettato norme per il riequilibrio della rappresentanza in materia elettorale, prevedendo una maggior presenza femminile nelle liste elettorali e l’introduzione della doppia preferenza di genere, laddove le singole leggi prevedano, come nel caso della legge elettorale sarda vigente, la espressione di preferenze.”

“Sebbene appare che tutti i consiglieri si dichiarano singolarmente favorevoli all’applicazione del principio stesso- prosegue la missiva – si evita o si rinvia, con vari pretesti, la calendarizzazione e la discussione in Aula dei ddl relativi alla applicazione della legge n.20/2016, il primo dei quali risale al 17 aprile 2015. Paventiamo il rischio di incorrere nella stessa situazione dell’anno 2013, durante la scorsa legislatura: la norma sulla doppia preferenza di genere fu richiesta a gran voce da una moltitudine di associazioni femminili, mobilitate per mesi, con manifestazioni, sit in, partecipazione alle sedute del Consiglio regionale, appelli firmati da autorevoli personalità, ma fu “bocciata” a scrutinio segreto dal Consiglio Regionale. Oggi il pericolo è legato agli orientamenti prevalenti nella maggioranza del Consiglio Regionale sardo che punta a subordinare l’approvazione della norma sulla doppia preferenza di genere alla discussione sulla più generale riforma elettorale.

“Ci rivolgiamo pertanto a Lei, che sappiamo non solo sensibile al tema della democrazia paritaria ma garante dell’ unità legislativa e della applicazione delle leggi repubblicane, perché rivolga alle Assemblee regionali ,  – concludono – e in particolare a quella della Sardegna, il Suo autorevole richiamo a rispettare le leggi dello Stato, dando sollecita applicazione alla legge n.20 del 201”