Sanità sarda in tilt, sciopero dei medici a Cagliari: “Salute dei pazienti appesa a un filo”

Nel mirino dei camici finisce la riforma regionale sanitaria. Oltre un centinaio di medici protestano a Cagliari: “Nessun progetto chiaro e assunzioni ferme, impossibile garantire le cure in queste condizioni”


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Medici in sciopero a Cagliari. Tra le legnate nazionali e quelle, legate alla riforma approvata dalla Regione, squisitamente locali, il mondo della sanità cagliaritana e sarda è in fibrillazione. Decine di medici hanno protestato sotto l’assessorato regionale della Sanità, al grido di “se ci fermiamo noi, l’unico modo per curarsi sono i miracoli”. Cioè una “non cura”. Accorpamenti e chiusure di reparti, nessun ricambio generazionale e sempre meno soldi messi a correre per la sanità: questi i tre motivi principali che hanno portato molti camici a incrociare le braccia e manifestare.
Varie le sigle sindacali presenti – come la Uil e la Cisl -, per una protesta che è durata circa due ore. Sul piatto ci sono tante questioni, che ruotano per la maggior parte attorno alla riforma decisa dalla politica regionale: i punti più caldi sono il taglio dei posti letto, il blocco del turn-over, l’allungamento delle liste d’attesa , le improvvisate riorganizzazioni dei laboratori di analisi, le difficoltà nel reperire i farmaci, la mancata attivazione dell’elisoccorso e la scarsa diffusione degli ambulatori di terapia del dolore. “Tutte mancanze che ricadono sulla pelle dei sardi”, questa la denuncia, all’unisono, dei medici.


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